Bruxelles – Inflazione a doppia cifra nell’eurozona. A settembre dovrebbe toccare quota 10 per cento, con un balzo di quasi un punto percentuale rispetto in un solo mese (9,1 per cento ad agosto). I dati preliminari di Eurostat non aiutano a fugare i timori di un rallentamento dell’economia dei Paesi con la moneta unica, e al contrario sembrano confermare il rischio di quella recessione già evocata. Un andamento che conferma la difficoltà di un momento in cui tutto dipende da tre fattori, guerra in Ucraina, prezzi dell’energia, e situazione economica. “Questa terza dipende dalle prime due“, ricorda un alto funzionario UE, e non a caso. Di tutto questo si parlerà la prossima settimana sia alle riunioni di Eurogruppo ed Ecofin, ma pure al vertice informale dei leader di Praga.
C’è la consapevolezza che la cose rischiano di mettersi male. Il dato dell’inflazione al 10 per cento è anche peggiorativo rispetto alle stime della BCE, che vedono un tasso medio dell’8,1 per cento alla fine di quest’anno. Ma la stessa Banca centrale europea non ha fatto mistero che la combinazione di bassa crescita e alta inflazione può anche portare ad una contrazione dello 0,9 per cento per l’Eurozona.
#Inflazione a settembre raggiunge il 10% nella zona Euro. Differenze tra Paesi, dal 6 al 24%. La sfida è comune: contenere l’inflazione senza uccidere la crescita. #PNRR #NextGenerationEu https://t.co/uSNrYinWoI
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) September 30, 2022
Il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, di fronte a questo dato senza precedenti invita i governi a fare pieno uso del meccanismo di ripresa e buon uso dei fondi del recovery fund. Vuol dire riforme, attuazione dei piani nazionali di rilancio post-pandemico. “La sfida è comune“, sottolinea. Una consapevolezza non solo di Bruxelles. Il membro italiano del team von der Leyen aveva espresso ottimismo circa la fine dei rialzi dell’inflazione, e forse i fatti potrebbero dargli anche ragione. Ma non oggi. Oggi i dati indicano una situazione sempre più complessa, visto che ci sono Paesi con un indice del costo della vita superiore al 20 per cento (Estonia, Lettonia e Lituania).