Bruxelles – C’è ancora troppo amianto in Europa. L’UE l’ha messo al bando nel 2005, ma oltre 220 milioni di edifici sono stati costruiti prima di quella data. Palazzi, capannoni, uffici ‘vecchi’ che proprio per questo inducono la Commissione europea a ritenere che “una parte consistente” di essi sia ancora troppo inadeguato e nocivo per la salute pubblica. I dati a disposizione, del resto, suggeriscono proprio questo. Il 78 per cento dei casi di tumori contratti sul luogo di lavoro è dovuto all’esposizione all’amianto, e attualmente tra i 4,1 milioni e i 7,3 milioni di lavoratori in tutta l’Ue sono a contatto. La Commissione vuole dunque procedere alla modifica direttiva su amianto e luogo di lavoro, con l’obiettivo di ridurre di 10 volte l’esposizione, abbassando la soglia attuale di 0,1 fibre di amianto per centimetro cubo a 0,01 fibre per cm3.
“La modifica che proponiamo oggi ridurrà drasticamente i livelli di esposizione per i lavoratori e fornirà formazione e orientamento ai datori di lavoro”, assicura Nicola Schmit, il commissario responsabile per il Lavoro e gli affari sociali. Una volta adottata, gli Stati avranno due anni di tempo per mettersi in regola a abbassare questa soglia.
L’iniziativa coniuga il Green Deal e la strategia per la lotta la cancro voluta dal Partito popolare europeo, già con la Commissione Juncker. “Il 40 per cento dei casi di tumore può essere prevenuto” e quindi evitato, ricorda la commissaria per la Salute, Stella Kyriakides, che chiede quindi Stati membri e parti sociali di “accelerare le azioni” per ripulire le città dall’amianto. Le ristrutturazioni sono una componente essenziale, in tal senso. “L’edilizia sostenibile è fondamentale per l’efficienza energetica e ridurre il costo della bolletta”, ricorda il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis. Per questo si chiede una modifica della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia che includa l’eliminazione di sostanze pericolose come l’amianto. “Il costo è a carico di chi ristruttura“, precisa Schmit.
Prima, però, è necessaria una mappatura degli edifici, e una direttiva in tal senso sarà messa sul tavolo il prossimo anno per fare in modo che si possa individuare tutto l’amianto presente nei luoghi di vita e lavoro quotidiani da rimuovere.
La proposta non piace ai socialisti in Parlamento europeo. “Non esistono livelli sicuri di esposizione all’amianto”, critica Agnes Jongerius, portavoce del gruppo S&D per le questioni relative al lavoro, che vorrebbe al massimo “tetti più severi fissati a 0,001 fibre per centimetri cubi” (quindi cento volte in meno rispetto ai livelli attuali, e non dieci come propone la commissione) e chiede “controlli obbligatori degli edifici prima della vendita o dell’affitto, registri pubblici dell’amianto, nonché il divieto di incapsulamento e sigillatura dell’amianto rilevato”