Bruxelles – Tutte le strade portano – o, ancora meglio, riportano – a Roma. Non si potrebbe descrivere in miglior modo ciò che succederà nelle prossime settimane a 9 membri del Parlamento Europeo dopo i risultati delle elezioni politiche in Italia di domenica 25 settembre. Silvio Berlusconi, Antonio Tajani e Andrea Caroppo (Forza Italia), Mara Bizzotto e Marco Dreosto (Lega), Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia), Simona Bonafè (Partito Democratico), Eleonora Evi (Verdi) e Carlo Calenda (Azione) sono pronti a fare le valigie e lasciare Bruxelles, per tornare nel Paese in qualità di deputati o senatori della Repubblica. Quota che potrebbe salire a 11, in base a quanto deciderà Caterina Chinnici (Partito Democratico) sulla partecipazione all’Assemblea regionale siciliana. Si dovranno ora attendere le comunicazioni ufficiali degli eletti, l’insediamento delle Camere il 13 ottobre e, chi vorrà diventare membro del Parlamento italiano, avrà poi un mese di tempo per rassegnare le dimissioni.
Il regolamento del Parlamento Europeo stabilisce che il mandato nazionale è incompatibile con quello europeo. Ecco perché i 9 membri del Parlamento Europeo (dei 13 candidati) che sono usciti vincitori alle elezioni politiche in Italia – e ora accederanno alla Camera dei Deputati o al Senato – dovranno rassegnare le dimissioni dall’Eurocamera, facendo spazio ai primi esclusi alle europee del 2019. L’impossibilità di rivestire sia la carica nazionale sia quella europea risale al 2002, quando la decisione del Consiglio modificò l’atto relativo all’elezione dei rappresentanti all’Eurocamera del 1976. Con il Trattato di Lisbona del 2009 il diritto di voto e di eleggibilità ha acquisito valore di diritto fondamentale dell’Ue – sancito all’articolo 39 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – e i criteri di incompatibilità dei mandati nazionali ed europei sono stati consolidati. Anche la carica all’interno del governo di uno Stato membro è incompatibile con il mandato europeo: ecco perché bisognerà fare attenzione alle nomine della futura squadra di governo a trazione Fratelli d’Italia, nel caso in cui vengano scelti attuali membri della delegazione italiana al Parlamento Ue.
Per il momento, per quanto riguarda la composizione delle due Camere, quello che è certo è che Mara Bizzotto (eletta all’uninominale per il Senato a Vicenza) e Marco Dreosto (al collegio plurinominale Friuli-Venezia Giulia – P01 per il Senato) sono stati eletti tra le fila della Lega (del gruppo di Identità e Democrazia al Parlamento Ue). La consacrazione è arrivata dai leader della delegazione, Marco Campomenosi (capo delegazione) e Marco Zanni (presidente gruppo ID), in una nota: “È positivo che possano portare il loro bagaglio di esperienza europea nelle istituzioni italiane, sarà di fondamentale importanza il rapporto tra la nuova maggioranza e il futuro governo con Bruxelles, affinché gli interessi italiani possano essere rappresentati e difesi anche nel contesto Ue”. A meno di sorprese dell’ultimo momento, arriveranno al loro posto rispettivamente Paola Ghidoni (commercialista padovana) e Matteo Gazzini (imprenditore bolzanino ed ex-coordinatore del Carroccio negli Stati Uniti, al centro delle polemiche due anni fa per alcuni commenti controversi sul razzismo). Giallo sull’elezione di Annalisa Tardino, inizialmente risultata eletta al collegio plurinominale Sicilia 1 – P02 per la Camera e poi esclusa da un riconteggio del Viminale. Boccone non troppo amaro per la Lega, almeno al rtp live Parlamento Ue, la cui delegazione evita così di perdere un altro membro (rispetto ai 28 eletti nel 2019): se fosse stata eletta Tardino alla Camera, il suo sostituto sarebbe stato Igor Gelarda (consigliere comunale dimissionario a Palermo), passato nel luglio di quest’anno tra le fila di Sud Chiama Nord – partito di ispirazione meridionalista e autonomista dell’ex-sindaco di Messina, Cateno De Luca.
Per Forza Italia (della famiglia del Partito Popolare Europeo), lasciano Bruxelles Silvio Berlusconi (eletto al collegio uninominale a Monza e in quattro collegi plurinominali al Senato, Campania – P01, Lombardia – P02 e P03, Lazio – P02, Piemonte – P02), il coordinatore nazionale del partito, Antonio Tajani (eletto in tre collegi plurinominali su quattro della Campania per la Camera) e Andrea Caroppo (ripescato al terzo posto al collegio plurinominale Puglia – P04). Al loro posto dovrebbero salire a Bruxelles Lara Comi (attualmente a processo a Milano per corruzione e finanziamento illecito nell’inchiesta ‘Mensa dei Poveri’ e indagata per truffa ai danni del Parlamento Europeo, le cui recenti dichiarazioni sul subentro sono state “sono innocente, e lo sto provando”) e Alessandra Mussolini, già eurodeputata tra il 2004 e il 2008 e tra il 2014 e il 2019. Ma nella delegazione forzista non si respira aria di grandi certezze, considerato che Comi potrebbe non essere più nemmeno considerabile una rappresentante del partito (confessano fonti interne) e che Mussolini potrebbe rifiutare per un doppio contratto con la Rai per i programmi ‘Ballando con le Stelle’ e ‘Tale e Quale Show’.
Avvicendamenti resi ancora più intricati dall’elezione di Caroppo a deputato. Nel 2019 era stato eletto tra le fila della Lega, per poi passare nel 2021 in Forza Italia. In linea teorica, il suo sostituto sarebbe spettato alla Lega, ma la seconda degli esclusi alle elezioni del 2019 del Carroccio nella circoscrizione Italia Meridionale (Vincenzo Sofo, poi passato a Fratelli d’Italia, era subentrato al posto del capolista, Matteo Salvini) è Elisabetta De Blasis, che ha fatto ritorno pochi mesi fa nel partito di Berlusconi. In definitiva, se De Blasis accetterà la nomina, il giro tortuoso di cambi di casacca finirebbe con un ‘niente di nuovo’: 10 membri per la delegazione di Forza Italia, 24 per quella della Lega. Nella stessa circoscrizione di Caroppo è stato anche eletto il co-presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei all’Eurocamera, Raffaele Fitto: a sostituirlo dovrebbe arrivare Denis Nesci, commissario di Fratelli d’Italia a Reggio Calabria.
Per la coalizione del centro-sinistra, tra gli eletti del Partito Democratico c’è Simona Bonafè, nel collegio plurinominale Toscana – P03 per la Camera, e al suo posto sarebbe dovuta arrivare Alessandra Nardini, assessora all’Istruzione della Regione Toscana. Ma in una dichiarazione rilasciata alla stampa, la stessa assessora ha annunciato di aver “preso la decisione di restare nel mio ruolo, credo sia un segno di rispetto e di responsabilità verso elettrici e gli elettori che mi hanno dato fiducia solo due anni fa”. A seguito di questa rinuncia, sarà contatta Beatrice Covassi, attualmente ministra-consigliera presso il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) nella delegazione presso il Regno Unito ed ex-capa della rappresentanza della Commissione Ue in Italia (quinta degli esclusi nel 2019, ma ora a un passo dall’Eurocamera per una serie di avvicendamenti nella delegazione dem). Dopo il terzo posto alle elezioni regionali della Sicilia, Caterina Chinnici difficilmente rinuncerà al seggio al Parlamento Europeo per entrare nell’Assemblea regionale siciliana. Allo stesso tempo, la delegazione del Pd a Bruxelles tornerà a crescere a 18 membri (escluso Nicola Danti, oggi in Italia Viva nel gruppo Renew Europe), grazie all’elezione del leader di Azione, Carlo Calenda (fuoriuscito lo scorso anno dalla delegazione dem), nei collegi plurinominali per il Senato Lazio – P01, Sicilia – P01, Veneto – P02): il diciottesimo membro sarà Achille Variati, ex-sindaco di Vicenza e dal 2019 sottosegretario al ministero dell’Interno.
Per i Verdi-Sinistra Italiana, tutto è dipeso da Aboubakar Soumahoro. Eletto in tre collegi plurinominali per la Camera (Lombardia 1 – P01, Puglia – P01, Emilia-Romagna – P02), ha potuto lasciare un posto libero alla seconda candidata nel collegio lombardo, l’eurodeputata e co-portavoce di Europa Verde, Eleonora Evi. “Sto valutando in queste ore insieme al partito, senza dubbio la dimensione nazionale è più adeguata per una co-portavoce, perché quello che cercavo di dire a livello europeo non veniva colto con la stessa attenzione rispetto a un deputato”, spiega Evi a Eunews. Ecco perché ora si prepara Maria Angela Danzì (capolista per il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale alle europee di tre anni fa), con la delegazione dei Cinque Stelle che tornerà a crescere dopo anni di stillicidio (da 14 a 5 membri al Parlamento Ue). Il partito di Giuseppe Conte è stato l’unico a non schierare eurodeputati nelle proprie liste di candidati e contemporaneamente ha avuto la possibilità di beneficiare della sostituzione di tre fuoriuscite con gli esclusi del 2019: se Evi ha avuto un responso positivo alle urne, non è andata altrettanto bene per le due candidate di Impegno Civico, Daniela Rondinelli (capolista alla circoscrizione estero-Europa per la Camera) e Chiara Gemma (terza candidata nella stessa circoscrizione).