Bruxelles – Un inedito nella storia repubblicana, la prima volta dopo 103 anni di elezioni in Italia. Il voto del 25 settembre sarà ricordato negli annali del Paese per la sua indizione in autunno, ma da qualcuno all’estero sarà ricordato per lo “sforzo incredibile” messo in campo in soli due mesi per garantire che tutti gli aventi diritto al voto potessero esprimersi per il rinnovo delle due Camere del Parlamento nazionale. Proprio nel giorno in cui si chiudono le urne per la circoscrizione Estero, è l’ambasciatore italiano in Belgio, Francesco Genuardi, a spiegare, in una conversazione con Eunews, come si è avviata la macchina dei servizi consolari per raggiungere tutti gli italiani residenti nella capitale belga e in tutto il regno.
“Il voto all’estero ormai è una macchina rodata, ma la situazione accelerata” dallo scioglimento delle Camere il 21 luglio ha creato “un ulteriore livello di complessità“, sottolinea Genuardi. Personale amministrativo parzialmente in ferie, scioglimento delle camere in concomitanza con la festa nazionale del Belgio (l’equivalente del 2 giugno in Italia), ma anche la necessità di mettere in piedi un’efficace campagna comunicativa nel più breve tempo possibile e a cavallo di un mese in cui la maggior parte dei lavoratori e delle famiglie programma le vacanze estive. “La campagna informativa è stata particolarmente intensa“, soprattutto per mettere gli italiani temporaneamente in Belgio nelle condizioni di sapere che avevano tempo fino al 24 agosto per registrarsi e votare dall’estero per corrispondenza (entro le ore 16 locali del 22 settembre). A sostenere questo sforzo si sono mobilitati anche i Consolati onorari e i Comites, gli organismi rappresentativi della collettività italiana eletti direttamente dai residenti all’estero in ciascuna circoscrizione consolare: “Nelle proprie competenze, sono stati importanti per lo sforzo di comunicazione, che vede il Belgio un teatro di significativa importanza”, precisa l’ambasciatore italiano.
Naturalmente la macchina è stata messa in moto in tutto il Mondo da Roma, con il lavoro di impulso e coordinamento realizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con la Direzione generale per gli Italiani all’Estero, guidata da Luigi Vignali.
Quello che proprio Genuardi ribadisce essere stato un “enorme sforzo logistico” riguarda anche le modalità che hanno portato nella pratica le schede elettorali dallo schermo di un computer alla cassetta della posta dei più di 250 mila italiani residenti in Belgio con il diritto al voto per corrispondenza. Una volta arrivato il materiale informatico alla sede dell’ambasciata italiana, i plichi con le schede elettorali sono stati stampati in tipografia in Belgio, prima di essere spediti attraverso il servizio postale belga a tutti gli iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) della circoscrizione consolare e ai connazionali temporaneamente all’estero. “Pochissime” le segnalazioni di disservizi – almeno secondo quanto riporta il personale dell’ambasciata d’Italia in Belgio – con la macchina amministrativa che è funzionata anche di sabato e domenica per garantire a chi non aveva ricevuto i plichi a casa il diritto di esercitare il voto. “C’è stato un ottimo dialogo e interlocuzione con gli elettori, posso assicurare un buon riscontro” nella partecipazione degli italiani in Belgio al voto, assicura l’ambasciatore Genuardi. Infine, una volta raccolto tutto il materiale elettorale “secondo procedure standard”, le schede saranno spedite in Italia via aereo per lo spoglio.
Dopo le elezioni si guarda al futuro del rapporto tra i servizi consolari e i residenti all’estero. È a questo proposito che Genuardi anticipa che presto arriverà anche il Belgio la figura del Funzionario Itinerante Console Onorario (Progetto F.I.C.O). Nell’ambito dei processi di digitalizzazione dell’amministrazione pubblica, l’infrastruttura tecnica consentirà ai Consoli onorari (presenti in Belgio nelle città di Anversa, Liegi, Lovanio e Ostenda) di rilevare i dati biometrici necessari per il rilascio del passaporto elettronico: “Potranno acquisire le impronte digitali di chi lo richiede”, recandosi sul posto con una valigetta apposita. Dopodiché i dati saranno inoltrati per via telematica al consolato per la personalizzazione del microchip, prima della stampa del passaporto, “che sarà spedito direttamente a casa”. Il processo sarà così “più veloce e alla portata di tutti, anche per chi ha difficoltà a raggiungere il consolato di riferimento più vicino”, conclude l’ambasciatore Genuardi.