Bruxelles – Di partite IVA si muore di fame. Davvero. I lavoratori autonomi sono quelli che più di ogni altro rischia povertà ed esclusione sociale. Non c’entra nulla la guerra in Ucraina e il deterioramento economico generale che ne è scaturito, perché i dati di Eurostat si riferiscono al periodo precedente l’aggressione russa. Nel 2021 quasi un quarto (23,6 per cento) di tutti i lavoratori autonomi di età pari o superiore a 18 anni nell’UE era a rischio di povertà ed esclusione sociale. “Rispetto al 2020 e guardando allo stato delle attività, questa è stata l’unica categoria che ha subito un peggioramento della situazione di povertà“, con un incremento di un punto percentuale.
Un deterioramento generale a cui non fa eccezione l’Italia, ‘regina’ delle partite Iva. Nello Stivale, nel giro di un anno, gli autonomi che hanno visto un deterioramento della propria situazione economica tale da vivere al limite della povertà è cresciuto più delle media europea (+1,3 punti percentuali), passando da un tasso del 17,6 per cento ad un tasso del 18,9 per cento. Questo si traduce in circa 858mila persone dai 18 anni in su alle prese con il problema della quarta settimana, un aumento di circa 30mila casi in un solo anno.
La situazione è molto più problematica in Romania, Portogallo ed Estonia, gli Stati membri con la più alta quota di lavoratori autonomi a rischio di povertà ed esclusione sociale (rispettivamente 70,8 per cento, 32,4 per cento e 32,2 per cento). La Romania, in particolare, ha registrato l’aumento più elevato dal 2020 al 2021 (5,1 punti percentuali).