Bruxelles – Non aspettare per fare le riforme che servono per rendere pulito il sistema economico-produttivo. Al contrario, giocare d’anticipo. La Banca centrale europea detta la linea ai governi, in particolare quelli dell’eurozona. Quando si tratta di attuazione di tutto ciò che è ‘green’, che si tratti dei piani nazionali di ripresa o degli obiettivi previsti dal Green Deal, “le politiche di spesa come i programmi di investimento o le sovvenzioni verdi dovrebbero essere anticipate e corrispondere al tempo necessario per accelerare la transizione verde, piuttosto che essere a tempo indeterminato”. Il suggerimento è contenuto nello speciale bollettino economico che la Bce ha voluto produrre su un tema sempre più centrale nell’agenda di Francoforte.
L’invito, in estrema sintesi, è fare presto, bene e con programmazione politica. A partire dai conti pubblici. Da una parte l’Eurotower incita ad accelerare e dare priorità a investimenti pubblici verdi, sussidi per investimenti privati e ricerca e sviluppo verdi. Dall’altra parte, avverte che “le politiche basate sulla spesa aumentano i disavanzi dei paesi, almeno nel breve termine, a meno che questo non sia coperto da entrate aggiuntive o compensando tagli alla spesa“. Servirà un intervento fiscale, per garantire maggiore gettito e maggiori introiti, o aumentare la produttività in modo tale da fare cassa per tenere sotto controllo i conti.
Non sarà un compito facile, per nessuno. Ma “la mitigazione del cambiamento climatico è una questione urgente, che richiede sforzi politici sostenuti e globali”, avvertono gli esperti della Bce. Che insistono sulla necessità di mettersi al lavoro senza indugio e garantire misure anticipate. Perché, si sottolinea nel bollettino economico “è probabile che i costi sociali, economici e fiscali globali a lungo termine di una transizione ritardata superino in larga misura i potenziali costi a breve termine di politiche efficienti ed efficaci in materia di cambiamenti climatici”.