Bruxelles – Aumentare il numero degli screening, individuare il maggior numero di tumori in una fase precoce e prevenirne quindi le conseguenze più gravi. Nel quadro del suo piano d’azione contro il cancro, la Commissione europea propone oggi (20 settembre) agli Stati Ue un nuovo approccio per sostenerli nell’aumentare l’adozione dello screening del cancro e garantire che entro il 2025 sia offerto lo screening al 90 per cento della popolazione dell’UE che si qualifica per i controlli del cancro al seno, al collo dell’utero e del colon-retto. In una proposta di raccomandazione, chiede dunque di sostituire l’attuale raccomandazione risalente al 2003 e annuncia di voler estendere il programma europeo di screening anche al cancro alla prostata, ai polmoni e allo stomaco.
Secondo gli ultimi numeri disponibili, nel 2020 a 2,7 milioni di persone nell’Unione europea è stato diagnosticato un cancro e altri 1,3 milioni di persone hanno perso la vita , inclusi oltre 2mila giovani. Le stime citate da Bruxelles suggeriscono che senza un’azione rapida i casi di cancro potrebbero aumentare del 24 per cento entro il 2035, diventando così la principale causa di morte nell’UE. Il piano europeo per combattere il cancro presentato a novembre 2021 dispone di 4 miliardi di euro di finanziamenti, di cui 1,25 miliardi di euro dal futuro programma EU4Health e l’aggiornamento del programma di screening è il nucleo duro di questo piano d’azione.
Da parte della Commissione si tratta tuttavia solo di raccomandazioni, dunque nulla di vincolante per gli Stati membri che hanno piena competenza in materia di sanità. Nello specifico, si raccomanda gli Stati membri di far partire il target per lo screening del cancro al seno dai 45 anni e fino a 74 anni (l’attuale fascia di età è compresa tra 50 e 69 anni) e di introdurre misure diagnostiche specifiche, compresa la risonanza magnetica per immagini (MRI), per le donne con seni particolarmente densi (da cui non è facile trarre una diagnosi); che le donne di età compresa tra 30 e 65 anni, ogni 5 anni o più, siano sottoposte a test per il papillomavirus umano (HPV) per rilevare in fase precoce il cancro della cervice uterina; e, infine, il test per il cancro del colon-retto nelle persone di età compresa tra 50 e 74 anni attraverso test immunochimici fecali per determinare la necessità di proseguire l’analisi, effettuando ad esempio una endoscopia o una colonoscopia.
Per l’aumento del numero di screening effettuati all’anno, la Commissione mette a disposizione 38,5 milioni di euro impegnati nell’ambito del programma EU4Health e 60 milioni di euro nell’ambito del programma di ricerca Orizzonte Europa, con l’idea di arrivare a proporre ulteriori fondi nell’ambito del programma EU4Health per il prossimo anno. Nella comunicazione si legge inoltre che il sostegno può essere fornito anche dai fondi regionali, di coesione e sociali europei. In aggiunta, la Commissione vuole includere ai programmi di screening anche test per il cancro ai polmoni, alla prostata e, in determinate condizioni, allo stomaco: per il primo, la Commissione Ue raccomanda l’introduzione di screening per i fumatori attuali ed ex che hanno smesso di fumare negli ultimi 15 anni tra i 50 e 75 anni e hanno una storia di fumo di 30 pack-year (equivalenti a fumare 20 sigarette al giorno per 30 anni); per il cancro alla prostata, la Commissione propone di introdurre il test dell’antigene prostatico specifico (PSA), come un esame del sangue, per gli uomini fino a 70 anni; infine, per il cancro gastrico, in particolare nei paesi o nelle regioni con maggiore incidenza di cancro gastrico e tassi di mortalità più elevati, si propone di introdurre lo screening per i batteri Helicobacter pylori, che possono causare ulcere allo stomaco e, in alcuni casi, portare al cancro allo stomaco.
Le stime, ha sintetizzato in conferenza stampa la commissaria europea per la salute, Stella Kyriakides, avvertono del fatto che un cittadino dell’UE su due svilupperà il cancro nel corso della sua vita e che il cancro sarà la principale causa di morte nell’UE entro il 2035. Denuncia anche ancora “disuguaglianze inaccettabili quando si tratta di screening, ad esempio la copertura della popolazione target varia dal 6 per cento al 90 per cento per lo screening del cancro al seno e dal 20 per cento al 70 per cento per lo screening del cancro del colon-retto”. Per essere operativa, la nuova raccomandazione deve ricevere il via libera dal Consiglio dell’Ue.