Bruxelles – Tutti contro l’inclusione di gas e nucleare nel sistema di classificazione degli investimenti sostenibili. Una dozzina di organizzazioni non governative ‘verdi’ ha comunicato oggi (19 settembre) di aver avviato un’azione legale contro la Commissione Europea per la decisione di includere gas e nucleare, a certe condizioni e per un tempo limitato, nella cosiddetta tassonomia verde dell’Ue tra le fonti di transizione.
Da una parte, le organizzazioni ambientaliste ClientEarth, Transport & Environment (T&E), European Policy Office del Wwf e il Bund (Friends of the Earth Germany); dall’altra, in un’azione legale parallela, anche le associazioni nazionali Greenpeace di otto Stati membri (anche l’Italia insieme a Germania, Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Europa centrale e orientale e l’Unità europea di Greenpeace) hanno presentato ricorso alla Commissione Ue il 9 settembre chiedendo un “riesame interno” dell’atto complementare. L’Esecutivo comunitario ha tempo fino a febbraio (22 settimane) per rispondere ai dubbi delle associazioni. Se si rifiuta o se la risposta è considerata inconsistente, i gruppi potranno chiedere alla Corte di giustizia dell’Ue di pronunciarsi con il risultato che potrebbe arrivare una sentenza che obbliga la Commissione ad abrogare l’atto delegato complementare.
Gli ambientalisti denunciano che definire gas sostenibile “nega la scienza fondamentale del clima” dal momento che l’idrocarburo è il più alto “emettitore nel settore energetico in Europa e l’Agenzia internazionale per l’energia ha avvertito che i nuovi impianti a gas metteranno fuori portata gli obiettivi di Parigi”. Per l’energia dell’atomo il problema sono prevalentemente le scorie nucleari che rimangono non smaltite sui territori e il fatto che utilizza grandi quantità di acqua dolce con un impatto negativo devastante sulla biodiversità e sulla natura. “Una transizione energetica accelerata basata sull’energia rinnovabile e sul risparmio energetico è il modo per risolvere la crisi climatica ed energetica, e la tassonomia dovrebbe indirizzare fondi sostenibili solo a questi”, si legge nella nota di Greenpeace.
A richiesta di Eunews, la Commissione europea dice di essere a conoscenza dell’azione legale intrapresa da diverse ONG a seguito della nostra risposta alla loro richiesta iniziale” aggiungendo di non voler “commentare la sostanza della causa, prima che le sentenze della Corte UE siano pronunciate”, spiega un portavoce della Commissione europea. I gruppi ambientalisti avevano infatti già fatto richiesta alla Commissione di una revisione interna dell’atto, a cui l’esecutivo ha risposto che l’atto delegato rispetta i requisiti del regolamento sulla tassonomia e, dunque, non viola il diritto ambientale.
Gas e nucleare nella tassonomia verde
La Commissione europea ha proposto all’inizio di febbraio il secondo atto delegato del regolamento sulla tassonomia dedicato alle “fonti di transizione”, quindi anche al gas e nucleare come fonti che ritiene utili al passaggio a un’economia pienamente decarbonizzata. La tassonomia verde è un sistema di classificazione per stabilire criteri comuni a livello europeo per le attività economiche sostenibili a livello ambientale con cui finanziare il Green Deal, così da orientare gli investimenti (principalmente quelli privati). A livello normativo si tratta di un regolamento che fissa sei obiettivi ambientali, che non possono essere compromessi da un’attività considerata “sostenibile” a livello ambientale così come un’attività economica per entrare nella tassonomia deve contribuire “in maniera significativa” al raggiungimento di almeno uno di questi. Alla legislazione europea “secondaria”, ovvero agli atti delegati (che Parlamento e Consiglio non possono emendare ma solo approvare in blocco), la Commissione ha affidato il compito di stabilire i criteri specifici per le singole attività.
Il primo atto delegato è stato presentato ad aprile 2021, coprendo oltre dieci settori dall’energia rinnovabile alla silvicoltura passando per la ristrutturazione degli edifici e i trasporti. Il secondo atto delegato, quello che deve definire i criteri per gas e nucleare tra le attività di transizione, è stato presentato solo a febbraio di quest’anno. Parlamento e Consiglio, in qualità di co-legislatori, hanno avuto quattro mesi di tempo per affossare il regolamento ma in entrambi i casi non si è riusciti a trovare una maggioranza tale da riuscire ad affossarlo.