Bruxelles – Fuori dal mercato unico tutti quei prodotti e quelle merci realizzate attraverso il lavoro forzato e lo sfruttamento minorile. La Commissione europea adesso fa veramente sul serio. Vuole mettere al bando tutto ciò che è insostenibile dal punto di vista dei diritti umani, ed esorta gli Stati membri a farsi garanti del rispetto della dignità umana in vetrina. La proposta di regolamento è il punto di arrivo di un percorso cominciato con la comunicazione dello scorso febbraio. Lì si poneva l’accento e si richiamava l’attenzione ad un fenomeno a cui il team von der Leyen vuole porre freno e rimedio. Il Parlamento Ue non ha avuto nulla da ridire, al contrario ha dato mandato alla Commissione di procedere con strumenti veri. Promessa mantenuta.
La stretta – che scatterà due anni dopo l’approvazione – si opera a tutti i prodotti, in particolare quelli fabbricati nell’UE per il consumo interno e le esportazioni, e le merci importate, “senza rivolgersi a società o industrie specifiche”, precisa l’esecutivo comunitario. I beni prodotti nell’Ue non potranno essere esportati all’estero, quelli realizzati con pratiche disumane fuori dall’Ue non potranno essere piazzati sul mercato interno. Tutto ciò che è commercializzato e non dovessero risultare a norma, sarà confiscato e ritirato dal mercato. L’operatore economico interessato sosterrà i costi di smaltimento del prodotto vietato. Ciò fornirà un forte deterrente e un incentivo per le aziende a conformarsi. Inoltre, se una società non segue la decisione di uno Stato membro ai sensi del presente regolamento, è soggetta a sanzioni ai sensi del diritto nazionale.
Responsabili della messa al bando i governi. La proposta di regolamento prevede che gli Stati membri designino le autorità competenti responsabili dell’attuazione e dell’applicazione del regolamento, “con i poteri e le risorse necessarie”. La Commissione sosterrà gli Stati membri, ad esempio, garantendo la disponibilità di una banca dati pubblica, un coordinamento efficiente tra le autorità competenti degli Stati membri e pubblicando orientamenti. Le autorità doganali degli Stati membri saranno incaricate dell’applicazione alle frontiere dell’UE.
“Questa proposta farà davvero la differenza nell’affrontare la schiavitù moderna”, sostiene il commissario per il Commercio, il vicepresidente Valdis Dombrovskis. L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) stima in circa 27,6 milione le persone in un situazione di lavoro forzato. nel mondo. Un numero cresciuto di oltre due milioni e mezzo rispetto ai calcoli di febbraio.”Il nostro obiettivo è eliminare tutti i prodotti realizzati con il lavoro forzato dal mercato dell’UE, indipendentemente da dove sono stati realizzati”.