Strasburgo – Misure immediate per fronteggiare la crisi, con la promessa di mettere in campo entro fine anno una proposta di riforma strutturale del mercato elettrico. E’ da Strasburgo, durante l’annuale discorso sullo stato dell’Unione, che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha svelato questa mattina (14 settembre) di fronte al Parlamento europeo il suo piano in quattro punti per risparmiare energia e contrastare l’impennata dei prezzi dell’energia. Da una riduzione della domanda di elettricità nelle ore di punta, a un tetto sugli extra profitti dei produttori di energia elettrica a costi bassi (come rinnovabili e nucleare), un contributo di solidarietà dalle imprese attive nel fossile e sostegni mirati alle energivore: sono tutte proposte da parte dell’Esecutivo comunitario su cui gli Stati Ue si dovranno confrontare per approvarle. Il 30 settembre è stato convocato un Consiglio straordinario dei ministri dell’energia proprio a questo scopo.
LE MISURE – Nello specifico, Bruxelles propone attraverso un regolamento del Consiglio di introdurre un obiettivo obbligatorio di riduzione del consumo di elettricità del 5 per cento durante le ore di picco, per garantire di risparmiare gas durante la stagione invernale quando ne avremo più bisogno. La Commissione chiede poi ai governi di ridurre la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10 per cento fino al 31 marzo 2023, ma senza imporgli un obbligo vincolante. Alle capitali viene concessa “flessibilità” per scegliere quali misure introdurre per arrivare a questo obiettivo. Nel piano Bruxelles stima che una riduzione della domanda nelle ore di punta porterebbe a una riduzione del consumo di gas di 1,2 miliardi di metri cubi durante l’inverno. Tagliare l’elettricità per risparmiare il gas. Von der Leyen ha riferito che lo stoccaggio di gas dell’UE è attualmente pieno all’84 per cento della capacità, ma ha ammesso che non sarà sufficiente per affrontare in sicurezza l’inverno.
La presidente ha garantito che per compensare le misure serviranno da parte dei governi sostegni diretti a imprese e cittadini “costretti a spegnere le luci”. Questi sostegni – che l’Ue stima in quasi 142 miliardi di euro – arriveranno da due tipologie di prelievi che la Commissione propone di introdurre come misure temporanee di intervento. Intanto, fissare un tetto pari a 180 euro/megawattora sui ricavi eccezionali delle imprese che producono energia elettrica a basso costo (le cosiddette tecnologie ‘inframarginali’, come le rinnovabili, il nucleare e la biomassa) che stanno “realizzando profitti inaspettati, che non si sarebbero mai nemmeno immaginate”, ha detto la presidente. Dal tetto sui ricavi inframarginali Bruxelles stima di poter raccogliere 117 miliardi di euro, a cui aggiungerne altri 25 miliardi di euro da un contributo “prelievo di solidarietà” da parte delle grandi compagnie petrolifere, del gas e del carbone che “stanno realizzando profitti enormi”. Il prelievo minimo, secondo la proposta, sarà pari al 33 per cento per tutti gli Stati membri, ma i governi potranno scegliere se aumentarlo e andrà raccolto dai governi sui profitti del 2022 che superano un aumento del 20 per cento rispetto ai profitti medi dei tre anni precedenti. In entrambi i casi le risorse andranno reindirizzate per sostenere famiglie e imprese. In ultimo, a ottobre arriverà poi la proposta dell’Esecutivo per modificare il quadro temporaneo degli aiuti di stato e fornire sostegno in forma di liquidità alle imprese energivore che oggi risentono dei costi elevati della produzione.
Quattro misure contro il caro energia che trovano spazio nel pacchetto di emergenza a firma von der Leyen. Manca una proposta formale sulla divisiva questione del tetto al prezzo del gas, su cui la Commissione assicura di star riflettendo. Il price-cap è temporaneamente in pausa per rimettere la questione ai capi di stato e di governo in seno al Consiglio europeo, ma anche per discuterne con i principali fornitori energetici dell’Ue per cercare di non “Dobbiamo continuare a impegnarci per abbassare i prezzi del gas ma bisogna garantire tanto la sicurezza dell’approvvigionamento quanto la nostra competitività a livello globale”, ha detto von der Leyen annunciando di aver concordato con il primo ministro di Oslo Jonas Gahr Store “di creare una task force” per studiare i meccanismi per abbassare i prezzi”, tra cui potenzialmente anche un tetto temporaneo. La presidente ha assicurato che “le squadre hanno già iniziato il loro lavoro”.
Nonostante la “pressione” da parte di una quindicina di governi (Italia in primis) favorevoli a un tetto su tutto il gas importato (compreso quindi quello via nave, il Gnl), la Commissione europea continua a propendere per fissare un tetto solo sul gas russo importato via tubo. Questo perché Bruxelles teme che un tetto su tutto il gas importato in Ue, compreso il gas naturale liquefatto (Gnl), possa rappresentare una sfida per la sicurezza delle forniture e degli approvvigionamenti, perché il Gnl è un mercato globale, c’è forte concorrenza e al momento è importante continuare a compensare le forniture di gas russo con alternative. Il confronto è in corso in particolare con la Norvegia perché dopo l’impegno di ridurre le forniture russe, Oslo è diventata il principale fornitore all’Europa. La presidente ha inoltre confermato che la Commissione sta lavorando per stabilire un indice “di riferimento più rappresentativo” per il prezzo del gas rispetto al Dutch Title Transfer Facility (il Ttf di Amsterdam), che non tiene conto di un mercato ormai diverso da quello di mesi fa e con più forniture di Gnl.
Queste nella sostanza le misure “a breve termine” che saranno presentate nel pomeriggio dal vicepresidente Frans Timmermans e dalla commissaria europea Kadri Simson in conferenza stampa. Ma il discorso di von der Leyen non ha guardato solo alle misure immediate da attuare contro la crisi, ma anche ai prossimi mesi in cui Bruxelles vede la necessità di una riforma del mercato elettrico, ormai non adatto ai tempi. La riforma è stata annunciata a più riprese nel corso dei mesi scorsi, ma la presidente ha confermato che consisterà nei fatti in un disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica prodotta dal gas da quella prodotta da altre fonti di energia, per evitare l’effetto contagio dei costi. “L’assetto attuale del mercato dell’energia, basato sull’ordine di merito, non è più nell’interesse dei consumatori”, ha spiegato la presidente e “questi dovrebbero poter trarre vantaggio dalle fonti rinnovabili a basso costo”. “Occorre arginare l’influenza dominante del gas sul prezzo dell’energia elettrica”, ha aggiunto, annunciando che “procederemo a una riforma profonda e onnicomprensiva del mercato dell’energia elettrica”. Secondo le parole di von der Leyen al termine del dibattito, la proposta di riforma arriverà alla fine dell’anno.
Intanto arrivano le critiche del mondo della siderurgia. “Le proposte della Commissione mostrano un’ambizione e una portata limitati, in quanto non ridurranno i prezzi ei costi dell’energia per l’industria siderurgica a un livello sostenibile che manterrebbe il settore competitivo”, sostiene Axel Eggert, direttore generale dell’Associazione europea dell’acciaio (EUROFER). “Il mercato europeo è attualmente invaso da importazioni a basso costo da paesi terzi, soggetti solo a una frazione dei costi energetici che i produttori di acciaio dell’UE devono sostenere”.