Strasburgo, dall’inviata – Un obiettivo vincolante per ridurre del 5 per cento i consumi di elettricità nelle ore di picco; un tetto pari a 180 euro per MWh sui ricavi dei produttori di elettricità non da gas (per esempio fonti rinnovabili e nucleare); un contributo di solidarietà pari al 33 per cento da parte delle aziende attive nei settori del petrolio, del gas e del carbone che hanno accumulato profitti inaspettati dalla produzione di energia; un sostegno in forma di liquidità per le energivore attraverso aiuti di stato.
Prende forma il pacchetto di emergenza per affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia discusso oggi (13 settembre) a Strasburgo dal collegio dei commissari dell’Esecutivo europeo che sarà formalmente presentato domani, in parte dalla presidente Ursula von der Leyen nel corso del suo discorso sullo Stato dell’Unione di fronte alla plenaria dell’Eurocamera, in parte sarà meglio dettagliato in una conferenza stampa pomeridiana dal vicepresidente esecutivo Frans Timmermans e dalla responsabile per l’energia, Kadri Simson.
Proprio Simson, intervenendo nel pomeriggio in plenaria, ha confermato che l’obiettivo di riduzione dei consumi di elettricità nelle ore di picco sarà “vincolante”, dunque obbligatorio, per alleviare l’aumento dei prezzi di gas ed elettricità, ma ha assicurato che “daremo agli Stati membri la flessibilità di decidere” in che termini adottare le misure. Nella bozza si legge che il taglio obbligatorio dovrà coprire almeno il 10 per cento delle ore di ogni mese in cui i prezzi dovrebbero essere i più alti. Oltre al taglio obbligatorio del 5 per cento, viene proposto un obiettivo indicativo (quindi non vincolante) di riduzione del 10 per cento del consumo totale mensile lordo di elettricità in ciascun Paese Ue che i governi dovrebbero perseguire.
In buona sostanza, si tratta delle quattro misure già anticipate da von der Leyen la scorsa settimana e su cui i ministri dell’energia hanno raggiunto venerdì scorso una convergenza di massima per dare mandato politico alla Commissione di presentare. Anche nelle parole di Simson resta però l’incognita del tetto al prezzo del gas, su cui gli Stati sono divisi e che non è sicuro se vedrà o meno la luce nel pacchetto in arrivo domani. La commissaria in plenaria si è limitata a dire che nella Commissione è in corso un’analisi sia sull’ipotesi di definire un tetto al prezzo del gas russo (su cui è più orientato l’Esecutivo) e sia sull’idea di fissare un limite “orizzontale per tutte le importazioni di gas della Ue”, in sostanza un tetto generalizzato su tutte le importazioni di gas nell’Ue e non solo sul gas russo via gasdotto. Bruxelles è convinta che a discutere di price-cap debbano essere i leader dell’Ue in seno al Consiglio europeo (che si riunirà due volte in ottobre) quindi è verosimile che non ci sarà domani la proposta nel pacchetto, anche se von der Leyen potrebbe fare riferimento alle “analisi in corso” da parte della Commissione nel suo discorso sullo stato dell’Unione.
Le misure che saranno annunciate domani saranno oggetto di confronto tra i ministri europei dell’energia che si riuniranno di nuovo a Bruxelles in un Consiglio straordinario convocato dalla presidenza di turno per il 30 settembre. Il ministro ceco per l’industria e il commercio Jozef Síkela, ha scritto su Twitter che “il 30 settembre finiremo ciò che abbiamo iniziato la scorsa settimana”, annunciando di aver “convocato un altro Consiglio Energia straordinario per discutere le proposte della Commissione per affrontare i prezzi elevati dell’energia. La Presidenza ceca, gli Stati membri e la Commissione sono pronti a lavorare insieme”, ha aggiunto.