Bruxelles – Il sostegno alla Finlandia per il suo coraggio e la scelta storica di entrare nella Nato, la difesa alla sua prima ministra Sanna Marin, come leader e come donna. Le critiche per un impegno dichiarato come sostenibile ma che così green non è. L’Aula accoglie il capo di governo finlandese con un mix di elogi e rimproveri, in Parlamento riunito in sessione plenaria dove attualità, politica e gossip si intrecciano. L’intervento in Aula di Marin produce reazioni miste, per la diversità dei temi che i gruppi ritengono di dover sottolineare.
Paulo Rangel (Ppe), il primo a prendere la parola nel round di interventi seguito all’intervento di Marin, sottolinea la portata storica dell’allargamento della Nato. “E’ questa uno dei principali avvenimenti geopolitici del XXI secolo”, sottolinea. “Ci congratuliamo con la Finlandia per la decisione di entrare a far parte della Nato. Rafforza la comunità atlantica e la nostra sicurezza”.
I socialdemocratici (S&D) promuovono nel complesso parole, programma, e azioni fin qui svolte. “Dall’inizio della pandemia, sta guidando il Paese con grande leadership e coraggio”, riconosce la capogruppo Iratxe Garcia Perez, che plaude a fermezza e determinazione. “Abbiamo bisogno di persone come Lei, che non si fanno intimidire da Putin“. Il collega Juan Lopez Aguilar approva quello che definisce “un discorso coraggioso e audace”. Anche dai banchi de La Sinistra si apprezza l’intervento della leader. “Ma mi chiedo, le sanzioni colpiscono il russo ordinario?”, la domanda critica di Silvia Modig.
I liberali contestano la rigidità economica invocata. “Sfortunatamente è un fatto che con queste crisi i nostri livelli di debito stanno crescendo”, dice Elsi Katainen (Renew), convinta che “dobbiamo essere certi che i nostri figli e le prossime generazioni possano pagare il conto di tutto questo”. Con l’Aula impegnata nel dibattito la liberale ceca Marketa Gregorova, trova il tempo di produrre un tweet dal contenuto che fa discutere. “Mi è piaciuto il fatto che abbia menzionato la necessità di non ripetere gli stessi errori con la dipendenza dalla digitalizzazione come nell’energia”. Poi l’affondo. “Rimane la domanda: la serata sarà una festa?”, scrive riferendosi ai video circolati in estate con Marin protagonista di feste private, musica da discoteca, e balletti.
E’ l’occasione che serve ad Assita Kanko, belga fiamminga, dei conservatori (Ecr), per difendere la premier finlandese toccata nel personale e nell’intimo. “Voglio dirvi la verità: i politici sono persone normali”, scandisce dal podio. “Come tutte le persone normali usano il gabinetto, indossano magliette, pantaloni e gonne, conducono una vita normale”. Non critica né schernisce la condotta di Sanna Marin. Critica quanti “vorrebbero che le donne fossero donne, ma non troppo, che indossassero la gonna ma non la minigonna”. Critica il fatto che “troppe donne, in politica, non sono uguali agli uomini, e questa è l’Europa di oggi”. Ma c’è un’altra versione, quella di Sanna Marin. “L’Europa è il posto dove una donna può condurre un Paese nella Nato”, continua Kanko, politicamente e ideologicamente distante dalla prima ministra finlandese, che per l’occasione sostiene in quanto donna. “Abbiamo bisogno di Lei, e Lei non è sola”. Kanko mostra che l’Aula accoglie a braccia aperte la leader come dovrebbe.
Dai Verdi critiche ed elogi. L’elogio per un’Europa più coesa. “Insieme siamo più forti, e questo è anche il motto del mio Paese”, esordisce il belga Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo. Che poi però critica sulla visione economica. “Le regole di bilancio sono necessarie, ma serve una loro dimensione sociale”. Critica ancor di più sull’operato in chiave sostenibile. “La Finlandia ha spesso dipinto sé stessa come leader nelle politiche verdi e di sostenibilità. Ma è una promessa mancata”. In Finlandia, continua l’europarlamentare dei Verdi, “il settore del suolo emette più carbonio di quello che contiene”, e “non capisco perché il vostro governo ha sempre lavorato contro ogni iniziativa per il suolo”.
I sovranisti di Idenità e democrazia (Id) mandano avanti la finlandese Laura Huhtasaari. A Sanna Marin che invoca più Europa, lei risponde con “Stati nazione”, a riprova di un’idea diversa di Europa.