Bruxelles – Tutela dell’ambiente, voti al Parlamento Europeo e polemiche contro i Verdi italiani. In vista delle elezioni del 25 settembre, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha messo in chiaro le posizioni del proprio partito all’interno della coalizione di destra sulla transizione verde, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Gea – Green Economy Agency (dello stesso gruppo Hub Editoriale, di cui Eunews fa parte).
“La transizione ecologica può davvero creare anche dei nuovi posti di lavoro, purché sia realistica“, spiega Berlusconi, contrapponendo le “idee astratte” come “lo stop alle auto a benzina e diesel a partire dal 2035, purtroppo adottato recentemente dal Parlamento Europeo“. Secondo il numero uno di Forza Italia “questo è un esempio di quello che non si dovrebbe fare, perché da un lato non è realistico, dall’altro condanna a morte un settore importantissimo come l’industria automobilistica europea“, che perderebbe così “ogni incentivo a investire in tecnologie meno inquinanti”, con un “effetto paradossale di peggiorare, non migliorare la tutela dell’ambiente”.
Berlusconi insiste sulla necessità di “difendere l’ambiente”, definendola “una delle grandi scommesse per il futuro dell’umanità”. Allo stesso tempo “progresso, tecnologia e ambiente non sono avversari, ma alleati” e non a caso “i Paesi tecnologicamente più avanzati sono anche quelli che hanno ottenuto i migliori risultati nella difesa dell’ambiente”. Al contrario “i grandi inquinatori del mondo contemporaneo sono Paesi come la Cina e l’India, che per ottenere bassi costi si servono di tecnologie assolutamente inadeguate”, ha attaccato il presidente forzista.
Bordate anche ai Verdi, parlando della questione energetica. “A Rovigo 13 anni fa avevo sottolineato l’importanza per il nostro Paese di realizzare rigassificatori, per diversificare le fonti di approvvigionamento dell’energia” e per “diminuire la nostra dipendenza da un solo Paese, la Russia”, ha ricordato Berlusconi. Il problema sarebbe che “dopo il mio governo non si è fatto quasi nulla, tutti i progetti sono stati fermati” come “conseguenza di un’ideologia ambientalista vecchia, miope, senza prospettive”. I Verdi in Italia “sono semplicemente il partito dei ‘no’, a differenza degli altri Paesi europei”.