Bruxelles – “Sì, ritengo piuttosto ovvio che il rischio c’è”. La recessione, dopo il 2008 e dopo lo stop dell’econi causa pandemia, ancora una volta, torna a bussare alle porte dell’eurozona. A Bruxelles non ci si nasconde, né si nasconde lo scenario nessuno avrebbe voluto ma che nessuno, a questo punto, può escludere. Fonti autorevoli dell’Ue devono ammettere che date le circostanze, con la guerra in Ucraina in corso e tutto quello che ne deriva, “quanto sta accadendo, soprattutto sul fronte energetico, ha una impatto sull’economia, e non si può escludere il rischio di una recessione“. Non c’è ancora, ma si inizia a ragionare in questi termini. Del resto le avvisaglie in questi ultimi mesi non sono mancate, a partire dalla frenata tedesca. Se si ferma la Germania, risulta difficile escludere i famosi effetti contagio.
A Bruxelles sono dunque convinti, che alla luce di un nuovo deterioramento della situazione, non si possa correre il rischio di risposte disordinate. La parola d’ordine deve essere “coordinamento”. Una risposta europea, a ventisette, invece di tante ricette nazionali singole, diverse e differenziate. Un esercizio tanto delicato perché non scontato. Un primo invito in tal senso è arrivato proprio da Berlino, con la richiesta di vertici dei leader tematici, ma non è solo la principale economia dell’eurozona ad avvertire questo senso di urgenza.
“La situazione è motivo di preoccupazione“, riconosce l’alto funzionario. Va studiata la formula migliore, serve un ragionamento come si deve, perché di fronte all’elevata inflazione e al nodo del caro-energia “sono state introdotte misure, che possono avere ripercussioni”. Prime fra tutte quelle sui conti pubblici. “Per queste misure c’è un costo di bilancio”, riconosce la fonte autorevole, non senza un velo di preoccupazione. Una volta di più “si pone la questione della sostenibilità di bilancio“. Conti in disordine in un momento di recessione rischia di innescare una nuova crisi del debito sovrano. Per questo motivo “cerchiamo di focalizzarci sul coordinamento della risposta”.
Una risposta che dovrà arrivare a partire dall’Eurogruppo di venerdì (9 settembre). I ministri dell’Economia e delle Finanze si ritrovano a Praga per fare il punto della situazione. E’ qui che si dovrà cercare di serrare i ranghi, trovare risposte comuni contro il rischio di una recessione. Per la tenuta dell’eurozona e dell’Unione tutta.