Bruxelles – L’intesa politica c’è e per il momento è sufficiente. “Tutti i Paesi membri hanno appoggiato la proposta di definire i parametri per una missione di addestramento dell’esercito ucraino coordinata dall’Unione Europea”, ha annunciato oggi (martedì 30 agosto) l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al termine del Consiglio Difesa informale a Praga. Non si tratta di una decisione ufficiale, perché i vertici informali non hanno questo potere, ma il via libera al lavoro preparatorio sui “parametri legali e operativi” e sul “concetto di gestione della crisi” in Ucraina va direttamente in questa direzione.
“Dobbiamo essere veloci e ambiziosi, dimostrando flessibilità a sostegno delle richieste a diversi livelli e con le tempistiche di cui hanno bisogno le forze ucraine”, ha sottolineato l’alto rappresentante Borrell, ricordando che durante tutta l’estate “c’è stato un continuo flusso di supporto militare a Kiev, che non si è mai fermato”. Tuttavia, “dobbiamo anche rigenerare le forze ucraine, addestrando i soldati e le capacità militari” di un esercito che “combatterà a lungo”. È qui che si inserisce la proposta già ventilata una settimana fa di una missione d’addestramento dell’esercito ucraino da parte dell’Ue: “Ci sono molte iniziative da parte degli Stati membri”, ha ricordato Borrell, “ma dobbiamo assicurare coerenza a questi sforzi di fronte agli sforzi enormi sostenuti“.
L’obiettivo non è sostituire completamente quanto già stanno facendo i Ventisette (“Se la Francia fornisce un tipo particolare di armi, penserà anche all’addestramento apposito”, ha precisato Borrell), ma di considerare “tutti gli aspetti dell’addestramento per far funzionare un corpo complesso come un esercito”. A partire dalle richieste di Kiev sul breve, medio e lungo periodo, Bruxelles potrà coordinare una missione “mettendo insieme le migliori competenze degli Stati membri”. Per esempio, “l’addestramento di alto livello, l’organizzazione logistica e di assistenza medica, la protezione da armi chimiche, nucleari e biologiche”, è quanto si sa al momento sul futuro supporto Ue, che scatterà al momento del via libera formale dei 27 ministri. “Non è qualcosa che si fa dal giorno alla notte”, ha avvertito l’alto rappresentante, ma se l’Unione Europea vuole fare un salto di livello nell’addestramento dell’esercito ucraino, dovrà “sfruttare le risorse migliori degli Stati membri e metterle insieme, identificando i parametri che delimiteranno questa azione comune”.