Bruxelles – Uno strumento per mettere in chiaro ai fornitori di energia che “potete fare un certo profitto, ma non potete tenervi tutto“. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha aperto così alla possibilità di una tassa sugli extra-profitti delle società energetiche da parte degli Stati membri, parlando con il vice-cancelliere e ministro tedesco dell’Economia e dell’azione per il Clima, Robert Habeck, a Berlino. Secondo quanto spiegato dalla numero uno dell’esecutivo comunitario, da Bruxelles arriverebbe la luce verde a un intervento che andrebbe a “sostenere aiuti per i consumatori con piccoli redditi e le aziende in difficoltà”, come ventilato dal governo tedesco per una riforma strutturale del mercato dell’energia.
La tassa sugli extra-profitti è un’imposta applicata alle aziende che generano un aumento significativo dei loro guadagni a causa di circostanze o eventi di cui non sono responsabili, come nel caso dell’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia (gas ed elettricità) per le conseguenze della guerra russa in Ucraina. A livello Ue, già a marzo la Commissione europea aveva proposto agli Stati membri di imporre la cosiddetta ‘tassa sui profitti inattesi’ (windfall tax) all’interno delle linee-guida del piano RePowerEu, per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina. Secondo quanto tratteggiato dall’esecutivo comunitario “gli Stati membri possono prendere in considerazione misure fiscali temporanee sui profitti imprevisti per finanziare le misure di emergenza“. L’Agenzia internazionale dell’energia ha stimato che in questo modo si potrebbero rendere disponibili “fino a 200 miliardi di euro nel 2022 per compensare parzialmente l’aumento delle bollette energetiche”. Due mesi più tardi, nella risoluzione adottata a maggio sulla risposta europea alle conseguenze economiche e sociali della guerra russa in Ucraina, dal Parlamento Ue è arrivato l’endorsement all’imposta sugli extra-profitti: “La tassazione temporanea o gli interventi normativi sui profitti imprevisti potrebbero essere una fonte di finanziamento pubblico nazionale” da utilizzare per “mitigare le conseguenze sociali ed economiche per l’Unione della guerra in Ucraina”. Impennata dei prezzi inclusa.
La questione della tassa sugli extra-profitti si lega strettamente alla riforma strutturale del mercato dell’energia – la cui proposta della Commissione dovrebbe arrivare entro l’inizio del prossimo anno – e in particolare alla questione del disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica proveniente dal gas naturale da quella di altre energie: anche in questo caso è stata la stessa presidente von der Leyen a confermare che nella proposta di riforma in arrivo nel 2023 ci sarà il disaccoppiamento dei prezzi per evitare l’effetto contagio. Il tema è sentito non solo in Italia, ma anche in Spagna e Portogallo (che hanno negoziato un accordo politico con la Commissione ad aprile sul tetto ai prezzi del gas), Austria, Belgio, Francia e Germania. L’attuale design di mercato dell’elettricità è calibrato sulle esigenze di vent’anni fa, quando le energie rinnovabili avevano un costo molto più elevato, mentre oggi – all’opposto – è il gas a essere più costoso, andando però ancora a definire l’intero prezzo dell’energia sul mercato. Proprio il ministro tedesco Habeck è al lavoro per studiare una soluzione per far sì che consumatori e industrie possano trarre maggiori benefici sulle bollette dell’elettricità dal fatto che il prezzo delle energie rinnovabili sia rimasto basso: l’obiettivo potrebbe essere finanziato anche con un intervento sugli enormi profitti inattesi che le società elettriche hanno ottenuto grazie all’aumento dei prezzi dell’energia. Si dovrà però vincere l’opposizione dei partner liberali della coalizione di governo, il cui leader Christian Lindner ha finora escluso categoricamente la misura, per non danneggiare la propria credibilità presso l’elettorato imprenditoriale tedesco.