Bruxelles – Niente di nuovo, all’apparenza, ma sotto i colpi dei prezzi dell’elettricità “in crescita vertiginosa” la Commissione Europea stringe i tempi per presentare la sua proposta di riforma del mercato elettrico. “Vediamo i limiti del nostro attuale design di mercato, sviluppato per circostanze e obiettivi completamente diversi da quelli che ci dobbiamo trovare ad affrontare oggi”, ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel corso del suo intervento di oggi (lunedì 29 agosto) al Bled Strategic Forum (in Slovenia), annunciando che l’esecutivo comunitario “sta lavorando a un intervento d’emergenza e a una riforma strutturale” del mercato dell’elettricità.
Già a fine luglio la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, si era esposta sulla questione, mettendo però in chiaro che la proposta del gabinetto von der Leyen non sarebbe arrivata prima del 2023. A un mese di distanza da quelle parole, la situazione in tutta l’Unione è peggiorata sensibilmente, con prezzi record dell’elettricità raggiunti in Italia, Francia e Germania. Ecco perché potrebbe accelerare anche il lavoro della Commissione sulla proposta legislativa che dovrebbe svincolare il prezzo dell’energia elettrica proveniente dal gas naturale da quella di altre energie, il cosiddetto disaccoppiamento dei prezzi per evitare l’effetto contagio, come ha confermato la presidente von der Leyen, parlando di “inizio del prossimo anno” come data-limite. L’intervento sarà di vasta portata, per delineare “un modello nuovo che funzioni davvero e ci riporti in bilanciamento”, ha assicurato la presidente von der Leyen: l’attuale design di mercato dell’elettricità è calibrato sulle esigenze di vent’anni fa, quando le energie rinnovabili avevano un costo molto più elevato, mentre oggi – all’opposto – è il gas a essere più costoso, andando però ancora a definire l’intero prezzo dell’energia sul mercato.
The skyrocketing electricity prices are now exposing the limitations of our current market design.
It was developed for different circumstances.
That’s why we are now working on an emergency intervention and a structural reform of the electricity market. pic.twitter.com/8f8FYZXCit— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) August 29, 2022
La questione dell’aumento dei prezzi dell’energia e del design del mercato dell’elettricità deriva dalle conseguenze della guerra del Cremlino in Ucraina e la via d’uscita, secondo la numero uno dell’esecutivo comunitario, passa dalla “neutralizzazione della capacità russa di minacciarci”, che potrebbe materializzarsi in una “completa interruzione delle forniture” verso l’Europa. Le vie da seguire sono diverse e passano dalla diversificazione delle fonti energetiche da Mosca (aumentate di 31 milioni di metri cubi da gennaio, ha ricordato von der Leyen) al taglio del 15 per cento dei consumi di gas in tutti i Paesi membri (“per risparmiare 45 milioni di metri cubi”), fino all’impulso allo sviluppo delle rinnovabili: “Ogni chilowatt di elettricità dalle fonti solare, geotermica, eolica o dalle biomasse è un chilowatt in meno di dipendenza dalla Russia“, ha aggiunto von der Leyen nel suo intervento a Bled. Domani la leader dell’esecutivo Ue sarà in Danimarca per “discutere di parchi eolici offshore nel Mar Baltico, come già ne esistono nel Mare del Nord“.
Il tema l’autonomia strategica a livello energetico riguarda però anche il futuro di lungo termine, come sottolineato dalla presidente della Commissione: “Le nostre transazioni digitale e verde richiedono materie prime e terre rare per i chip e le batterie, la richiesta raddoppierà entro il 2030 e la nostra domanda annuale crescerà del 40 per cento tra il 2020 e il 2025″. Questa tendenza mostra due facce della stessa medaglia: “La buona notizia è che il Green Deal cresce progressivamente, la cattiva notizia è che c’è un Paese che domina il mercato, ovvero la Cina“. È per questo che “bisogna evitare di cadere nella stessa dipendenza del gas e del petrolio, non possiamo sostituire vecchie dipendenze con nuove” e, ancora una volta, la chiave di volta è rappresentata dalla “diversificazione delle forniture, affidandoci a partner affidabili”. A questo proposito la presidente von der Leyen ha anticipato che fra due settimane viaggerà in Canada, per dimostrare che “il potere della democrazia dipende dalle forti basi con i partner dell’economia di domani”.