Bruxelles – Sicurezza per gli abitanti o sicurezza nelle forniture di gas? Nei paesi Bassi si sta drammatizzando la situazione nella provincia di Groningen (nord-est di Amsterdam, vicino al confine con la Germania), dove c’è il più grande giacimento di gas sul terreno dell’Unione europea, il cui sfruttamento però da un decennio sembra sia la causa di continue fratture nel terreno che hanno costretto migliaia di abitanti della zona a veder demolite e ricostruite le loro abitazioni e fattorie.
Da qualche tempo è stata avviata un’inchiesta parlamentare, e molti credevano che fosse finalmente in vista una qualche soluzione, scrive oggi il Guardian, ma, sebbene si prevedesse che la produzione di gas della provincia si sarebbe stabilizzata nel 2023, essendo Groningen il più grande giacimento di gas terrestre dell’Ue, è sempre più considerata l’ultima riserva se le forniture di gas russe si ridurranno a zero.
La Germania guarda con attenzione a queste riserve di gas a basso contenuto calorico, che potrebbero dover essere estratte nell’ambito degli accordi di solidarietà dell’Ue in caso di grave interruzione dell’approvvigionamento. Anche la Nato ha chiesto a Groningen di aprire i suoi rubinetti nel caso di una crisi.
Il ministro delle miniere olandese, Hans Vijlbrief, ritiene però che le preoccupazioni per la sicurezza debbano rimanere di primaria importanza ed è frustrato dal fatto che l’industria pensi che i suoi interessi dovrebbero venire prima della sicurezza a Groningen: “Non sono d’accordo. È chiaramente una cosa pericolosa da fare”, ha detto Vijlbrief. Ma non ha escluso l’aumento della produzione di gas come “ultima risorsa”. Secondo il ministri “se dobbiamo chiudere le industrie, il che significherebbe una minaccia per la sicurezza o la salute delle persone, allora si otterrebbe un ottimo equilibrio con l’apertura di Groningen”.
Chi conosce bene l’Aia crede che Mark Rutte, il primo ministro olandese, quest’estate si atterrà pubblicamente al copione “la sicurezza prima di tutto” a Groningen, ma potrebbe consentire che si creino pressioni per un colpo di scena in autunno.
“Non ho dubbi che se la situazione in Germania dovesse peggiorare, si faranno pressioni sul governo olandese, non solo dalla Germania, ma dall’interno dei Paesi Bassi, affinché faccia tutto il possibile nel contesto della produzione di gas di Groningen”, ha affermato Hans Grünfeld , l’amministratore delegato della lobby aziendale VEMW.
Come evolveranno le cose dipenderà in gran parte, dai livelli di stoccaggio del gas, dalla capacità di ridurre la domanda e dalla durezza dell’inverno, ma questo giacimento, che contiene circa 450 miliardi di metri cubi di gas, sufficienti per coprire le importazioni europee dalla Russia per tre anni, difficilmente potrà restare fuori dai giochi. E si dovrà trovare il modo di proteggere chi ci abita e lavora vicino.