Bruxelles – Portogallo-Spagna-Francia-Europa centrale. Il progetto di nuovo gasdotto secondo Olaf Scholz intende mettere fine al problema di una rete di distribuzione energetica che vede gli Stati membri forniti in maniera frammentata e poco integrata. Il cancelliere tedesco inizia a spingere per la realizzazione dell’infrastruttura, e ne sta già discutendo, oltre che con i leader dei Paesi interessati, anche con i vertice della Commissione europea. “Sono stato molto attivo nei colloqui”, garantisce nel corso di un conferenza stampa tenuta a Berlino. E’ deciso ad andare avanti, convinto che “dovremmo intraprendere un progetto del genere” in nome della sicurezza energetica del blocco dei Ventisette.
La Germania ha tutto l’interesse a che l’Unione europea si doti di una nuova conduttura in grado di trasportare risorse energetiche, soprattutto dopo l’abbandono del progetto NordStream2. Aver fermato il progetto di raddoppio di Nord Stream rinunciando al gas russo, ha un peso nella da sempre carente disponibilità energetica dell’Europa. “Un tale gasdotto allevierebbe enormemente la situazione dell’approvvigionamento“, sottolinea Scholz, consapevole che di questa situazione gioverebbe anche la Bundesrepublik, praticamente in recessione, e con seri problemi di forniture, tanto da aver iniziato a riconsiderare l’idea di abbandonare il nucleare.
L’azione di lobby sulla Commissione europea diventa fondamentale per ottenere autorizzazione e ancor di più finanziamenti. Un gasdotto Portogallo-Spagna-Francia-Europa centrale non è un’opera che porta grandi benefici diretti alla Spagna, e Madrid ha meno incentivi a investire in un’infrastruttura da un costo dell’ordine di grandezza per centinaia di milioni di euro. Un nuovo gasdotto come quello allo studio sarebbe ‘europeo’, e dunque da finanziare come tale con fondi europei.
L’iniziativa di Scholz appare potenzialmente sostenibile, perché rispolvera nei fatti la vecchia idea del gasdotto MidCat. Era stato concepito nel 2013 per portare il gas dal nord Africa all’Europa, via Spagna, per passare a Barcellona, e arrivare in Francia. E’ stato abbandonato per l’opposizione dei movimenti ambientalisti, ma adesso le cose potrebbero cambiare, e la Spagna potrebbe entrare in competizione con l’Italia per il ruolo di hub del gas per il resto d’Europa. Ma questa è un’altra partita.