Bruxelles – Le vittime della crisi sanitaria sono i giovani. Nel settore del trasporto aereo sono soprattutto loro a pagare il prezzo più salato in termini occupazionali. “Le compagnie aeree e le imprese associate hanno ridotto il numero dei loro occupati, con i lavoratori più giovani particolarmente colpiti“, rileva Eurostat. Nel primo trimestre del 2022, 325.600 persone erano impiegate nel settore del trasporto aereo nell’UE. Questo è “il numero più basso registrato in 14 anni”. In particolare, la diminuzione è attribuibile ai lavoratori di età compresa tra 15 e 39 anni (da 204.400 nel primo trimestre 2008, a 121.400 nel primo trimestre 2022, per complessivi 83mila posti di lavoro in meno).
Un trend che non risparmia l’Italia. Anche qui i più giovani risultano le principali vittime della crisi sanitaria. Il lockdown decretato a marzo 2020 coincide con le ripercussioni sul numero dei giovani attivi negli aeroporti e sugli aeromobili. Se alla fine del secondo trimestre di quell’anno risultavano 11.600 giovani lavoratori, questa cifra si ridotta e assottigliata sempre di più, fino a scendere a 4.700 alle fine del secondo trimestre 2021. Un numero che è tornato a crescere, per attestarsi a 8.800 tra uomini e donne a marzo 2022, un dato inferiore ai livelli pre-pandemia. Un dato, quello tricolore, che conferma una volta di più come “i giovani lavoratori del trasporto aereo sono stati colpiti dalla crisi del COVID-19″.
Il dato diffuso dall’istituto di statistica europeo conferma una volta di più la difficoltà per le giovani leve. Sono soprattutto loro ad avere pagato con licenziamenti la pandemia e lo spegnimento dell’economia che ne è conseguito.