Bruxelles – La crisi di governo in Bulgaria è giunta alla fine. Il presidente della Repubblica, Rumen Radev, ha preso atto che non era più possibile andare avanti. Il leader di Gerb, Boyko Borissov, non è riuscito a costruire consensi attorno a sé, e dunque niente nuova maggioranza. Radev ha mantenuto la promessa e ha sciolto il parlamento, per indire nuove elezioni, fissate per il 2 ottobre. Voto anticipato anche nel Paese dell’est, che si aggiunge a quello italiano, in programma il 25 settembre.
Per gli affari correnti in carica un governo ad interim, guidato dall’ex ministro del Lavoro, Galab Donev, incaricato di traghettare il Paese fino al giorno del voto anticipato e lasciare spazio al nuovo esecutivo. La Bulgaria cerca dalle urne quella stabilità finora mancata. Quelle del 2 ottobre saranno le quarte elezioni in due anni, a riprova di un’opinione pubblica divisa e di una difficoltà sempre più manifesta di procedere con coalizioni
La Bulgaria era uno di quegli otto Stati membri con maggioranza traballante, e uno dei più a rischio crisi e voto anticipato, come mappato da Eunews nei giorni scorsi. Nel caso bulgaro la crisi non è rientrata, e si acutizzata ancora di più.
Le nuove elezioni rischiano però di consegnare la Bulgaria a nuova instabilità politica. I sondaggi vedono un testa a testa tra il partito del primo ministro uscente, Kiril Petkov, e il partito Gerb dell’ex primo ministro Boyko Borissov, entrambi attorno al 22 per cento.