Bruxelles – La Germania si ferma. Alla fine del secondo trimestre il Prodotto interno lordo tedesco si attesta allo zero per cento. Non certo un bel segnale per l’eurozona, poiché il dato alimenta i timori per una recessione della principale economia europea. Nel giro di tre mesi il sistema economico-produttivo tedesco ha registrato una contrazione di quasi un punto percentuale (-0,8). Con la Francia in difficoltà (+0,5 per cento), a fare da traino tra aprile e giugno è stata l’Italia, il cui PIL è passato da 0,1 per cento a 1 per cento tra il primo e il secondo trimestre.
Nel complesso il PIL dell’Eurozona, anche se a fatica, tiene. Si attesta allo 0,7 per cento, e guadagna 0,2 punti percentuali. Questo induce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, a commentare i dati Eurostat con ottimismo. Contenuto, certo, ma intriso di positività. “L’economia dell’area euro supera le aspettative nel secondo trimestre“.
Good news! Euro area economy outperforms expectations in #Q2. Uncertainty remains high for the coming quarters: need to maintain unity & be ready to respond to an evolving situation as necessary https://t.co/ur7wtxIRzW
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) July 29, 2022
Gentiloni si sofferma su quelle che ritiene “buone notizie”, ma non può ignorare il dato tedesco, quello zero che rischia di avere ripercussioni, se non corretto. “L‘incertezza rimane alta per i prossimi trimestri“, anche alla luce di un’inflazione che non sembra voler smettere di invertire i ritmi di crescita. I dati preliminari di Eurostat, indicano che l’indice ha toccato quota 8,9 per cento a luglio, in rialzo rispetto a giugno (+ 0,3 punti percentuali). Invita perciò a “mantenere l’unità ed essere pronti a rispondere a una situazione in evoluzione, se necessario“.