Bruxelles – “Questo è ciò per cui ci siamo sempre battuti: siamo disposti a mescolarci gli uni con gli altri, ma non vogliamo diventare popoli di razza mista”. Viktor Orban rispolvera il mito della razza e l’Europa fa un salto indietro nel tempo, quello più buio, venendo sconfessata da un leader che finisce nell’occhio dei ciclone e che inizia a rappresentare sempre di più un problema per l’Unione di questi tempi. Il discorso pronunciato dal primo ministro ungherese al campus estivo universitario di Bálványos genera innanzitutto un terremoto interno. Zsuzsa Hegedus, fedelissimo di Orban, scarica il suo capo. Il consigliere personale di Orban, da vent’anni al fianco dell’uomo forte di Budapest, si dimette in aperto contrasto e sdegno. “Non so come hai fatto a non notare che il discorso che hai pronunciato è una diatriba puramente nazista degna di Joseph Goebbels“.
Addio immediato, con accuse senza precedenti per un uomo da anni saldamente alla testa del Paese e del suo partito. Hegedus paragona Orban al ministro per la Propaganda di Hitler, e dimostra che neppure la destra nazionalista ungherese è disposta a spingersi oltre certi limiti, che Orban ha superato. I partner dell’Unione europea condannano e censurano. Il ministro degli Esteri di Romania, Bogdan Lucian Aurescu, bolla come “inaccetabili” le parole del primo ministro ungherese, e anche il lussemburghese Jean Asselborn accusa Orban di essersi macchiato di “una violazione della civiltà identificandosi con l’ideologia dei suprematisti bianchi”. Interviene anche la Commissione europea. “L’Ue ha dei valori sanciti dai trattati e attua politiche in linea con questi valori e con questi articoli dei trattati”, ricorda Eric Mamer, il capo del servizio dei portavoce.
The mainstream media elite are hyperventilating about a couple of PM Orbán's tough lines about immigration and assimilation. That’s all to distract you from these five uncomfortable points that they don’t want you talking about. https://t.co/KdJ18LFQmv
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) July 26, 2022
A Budapest i fedelissimi fanno quadrato. Il portavoce di governo, Zoltan Kovacs, parla di “esagerazione” prodotta da “l‘élite dei media mainstream”. Ma le puntualizzazioni sulla “razza mista” di Orban generano solo indignazione. Levata di scudi in Parlamento europeo, con il liberale romeno Alin Mituta (Renew) che critica duramente. “Parlare di razza o ‘purezza’ etnica, specialmente in una regione così mista come l’Europa centrale e orientale, è puramente delirante e pericoloso. E anche il signor Orban“. Katalin Cseh, europarlamentare ungherese (Renew), smonta la narrativa di Orban. “La diversità rafforza la nazione, non la indebolisce“. Quindi il nuovo accostamento al nazismo. “Le dichiarazioni di Orban ricordano un periodo che penso tutti vorremmo dimenticare. Mostrano davvero i veri colori del regime”. Interviene anche Pina Picierno, vicepresidente dell’Eurocamera. Condanna le “parole pericolose” del leader ungherese. “I suoi alleati italiani Meloni, Salvini e Tajani prendano una volta per tutte le distanze da Orban e dalle sue parole razziste e intrise d’odio”. Dai banche del PPE si levano le critiche del tedesco Dennis Reitke. “Orban una volta ha combattuto contro il comunismo e per la libertà. Oggi fa appello a un ex agente del KGB e combatte contro l’EU. Ciò è intollerabile”.