Bruxelles – “La Germania è sull’orlo della recessione“. Annuncio peggiore non potrebbe arrivare dalla Bundesrepublik. Ma il sentimento delle imprese è ai minimi storici, il mondo produttivo vede nero, e per l’eurozona quello emerge dalla pubblicazione dagli ultimi indici dell’Istituto di ricerca economica di Monaco è esattamente ciò che non ci voleva. Se si blocca il motore economico dell’Ue, si rischiano scenari di crisi.
Industria manifatturiera, settore terziario, commercio: l’indice di fiducia peggiora ovunque, scende a 88,6 punti a luglio e tocca il valore più basso da giugno 2020. L’aumento dei prezzi dell’energia e la minaccia di una penuria di gas pesano sull’economia, e le aziende si aspettano che gli affari diventino “molto più difficili” nei prossimi mesi.
Se si raggiungono i minimi storici da un punto di vista generale, ci sono settori che registrano picchi di pessimismo ancora maggiori. La fiducia per la manifattura torna ai livelli di aprile 2020, quella dell’industria edile addirittura si attesa “al livello più basso da aprile 2016″. La situazione attuale preoccupa, e ancor di più le prospettive.
La Commissione europea, nelle sue previsioni economiche d’estate pubblicate due settimane fa (14 luglio), aveva tagliato la crescita di tutti. In questa generale revisione al ribasso per le performance di espansione, anche il Prodotto interno lordo tedesco ha conosciuto eguale trattamento. Per il 2022 ci si aspetta un aumento dell’1,4 per cento (-0,2 punti percentuali rispetto a quanto stimato nelle previsioni di primavera), e dell’1,3 per cento nel 2023 (-1,1 punti percentuali). E’ chiaro anche a Bruxelles che la potenza del nord Europa è in netta sofferenza, ma una recessione in Germania rischia di trascinarsi dietro anche i partner.
Al momento dall’IFO arrivano solo avvertimenti. La buona notizia è che ancora il sistema produttivo teutonico non è inceppato. Non c’è ancora un recessione conclamata, è sull’orlo della recessione. E’ diverso, anche se certamente non promettente.