Bruxelles – Un primo passo storico a livello europeo per lo sviluppo e l’innovazione delle tecnologie legate all’idrogeno. Il 15 luglio è arrivato il via libera dalla Commissione europea a un piano di aiuti di Stato da 5,4 miliardi di euro che coinvolge 15 Paesi membri Ue, sotto la bandiera di Ipcei Hy2Tech, il primo progetto di interesse comune europeo per sostenere la ricerca e le applicazioni industriali nella catena di valore dell’idrogeno. “Si tratta di una parte cruciale della soluzione per attuare la transizione verde, perché ha il potenziale di sostituire parte delle fonti fossi attualmente utilizzate”, ha sottolineato la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager: “La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno solo accelerato un processo che era già in atto”.
Sulla base delle norme Ue sugli aiuti di Stato, l’esecutivo comunitario ha inaugurato così il primo dei cosiddetti Important Projects of Common European Interest (Ipcei) sull’idrogeno, che dovrebbe sbloccare altri 8,8 miliardi in investimenti privati. Anche l’Italia partecipa al progetto Ipcei Hy2Tech (insieme ad Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna) e tra le 35 aziende coinvolte – per 41 progetti totali di ricerca, sviluppo e applicazione industriale – ci sono anche le italiane Alstom, Ansaldo, De Nora, Fincantieri ed Enel. Con l’obiettivo di creare circa 20 mila posti di lavoro diretti, la Commissione specifica che il progetto di interesse comune coprirà “un’ampia parte della catena del valore della tecnologia dell’idrogeno“, tra cui le celle a combustibile, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno, “in particolare nel settore della mobilità”.
Secondo la valutazione della Commissione europea sulle norme Ue per gli aiuti di Stato, il progetto Ipcei Hy2Tech soddisfa le “condizioni richieste”, soprattutto sul contributo alla catena di valore energetica e sugli obiettivi del Green Deal europeo, della Strategia europea per l’idrogeno e del piano RePowerEU. “Tutti i 41 progetti che fanno parte del progetto di interesse comune sono molto ambiziosi, in quanto mirano a sviluppare tecnologie e processi che vanno al di là di quanto offre attualmente il mercato e che consentiranno di migliorare notevolmente le prestazioni, la sicurezza, l’impatto ambientale e l’efficienza dei costi“, si legge nella valutazione del gabinetto von der Leyen. “Gli aiuti alle singole imprese sono limitati a quanto necessario, proporzionato e non falsano indebitamente la concorrenza”, alla luce di quanto verificato sui massimali di aiuto previsti, e “si genereranno effetti positivi di ricaduta in tutta Europa”, considerato il fatto che i risultati del progetto saranno condivisi dalle aziende partecipanti con la comunità scientifica e l’industria europea.
“L’idrogeno ha un enorme potenziale per il futuro, è una componente indispensabile per la diversificazione delle fonti energetiche e la transizione verde”, ha commentato la vicepresidente Vestager, avvertendo che “investire in queste tecnologie innovative può essere rischioso per uno Stato membro o per una sola impresa“. Ecco perché le norme sugli aiuti di Stato per i progetti di interesse comuni europei “hanno un ruolo da svolgere” e il progetto presentato oggi “è un esempio di cooperazione europea veramente ambiziosa” che dimostra “come la politica di concorrenza vada di pari passo con l’innovazione rivoluzionaria”.