Bruxelles – Limitare il riscaldamento negli edifici pubblici a 19 gradi e il raffreddamento a 25 gradi, avviare campagne di informazione per promuovere il risparmio energetico, rimandare la chiusura delle centrali nucleari e possibili esenzioni per le centrali a carboni sugli obiettivi di emissioni industriali. È quanto previsto dalla bozza del Piano di riduzione della domanda di gas – secondo quanto riporta Financial Times – che la Commissione Ue presenterà il prossimo 20 luglio per rispondere alle conseguenze sul piano energetico della guerra condotta dalla Russia in Ucraina.
Secondo la bozza, la volontà dell’esecutivo comunitario è quella di spingere gli Stati membri a prendere misure coordinate per evitare una crisi energetica dovuta alla riduzione, o al taglio completo, delle forniture da parte della Russia. “Non dobbiamo essere ingenui, non è realistico pensare che la Russia aspetti la nostra indipendenza energetica nel 2024”, aveva avvertito ieri (mercoledì 13 luglio) il commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, a margine del Consiglio Ambiente a Praga: “Tutta l’Unione deve fare i propri compiti, che chiederanno sforzi, condivisione e capacità aggiuntive, ma ne usciremo più forti”. Finora la Russia forniva circa il 40 per cento del fabbisogno del gas dell’Ue, ma da metà giugno i flussi attraverso il gasdotto Nord Stream 1 sono stati ridotti del 60 per cento, puntualizza la bozza: in questo momento i flussi complessivi di Gazprom sarebbero inferiori del 30 per cento della media tra il 2016 e il 2021.
È per questo motivo che, in vista di una possibile “improvvisa interruzione delle forniture”, la Commissione Ue ha pianificato una serie di misure che stima poter ridurre di un terzo l’impatto di questo stop al gas dalla Russia. La questione riguarda da vicino i cittadini europei, in particolare in quello che viene definito “l’inverno del gas”, ovvero i mesi tra ottobre e marzo. Come previsto dalla bozza del piano dell’esecutivo comunitario, si potranno ottenere risparmi da fonti di calore alternative per il riscaldamento delle case e attraverso “campagne di risparmio di gas mirate alle famiglie per l’abbassamento del termostato di un grado“. Una possibilità che include anche l’imposizione – “laddove tecnicamente fattibile e applicabile” – della “riduzione del riscaldamento di edifici pubblici, uffici, edifici commerciali a 19 gradi e del raffreddamento a 25 gradi“.
Secondo la Commissione, “attraverso interventi normativi mirati e incentivi a partire dall’estate, combinati con il potenziale di risparmio derivante dall’attuazione del Piano di risparmio energetico” sarebbe ancora possibile ridurre il costo di “un’eventuale forte carenza in inverno”. Questo consentirebbe di “distribuire la riduzione nel tempo, contribuire al trasporto di una maggiore quantità di gas da Ovest a Est e riempire meglio gli stoccaggi”. Considerata la minaccia di tagli improvvisi, di un ricatto energetico e di un tentativo di rendersi indipendenti dalle fonti fossi della Russia, Bruxelles ha chiesto a marzo ai Ventisette di riempire gli impianti di stoccaggio del gas all’80 per cento della loro capacità entro novembre: al momento la media Ue è del 62 per cento (l’Italia al 64). Sul piano dei consumi, invece, la Commissione punta su strumenti di mercato che “sono un modo efficace per ottenere le opzioni di riduzione più favorevoli”. L’idea è quella di sostenere “aste o gare d’appalto per incentivare la riduzione del consumo da parte dei consumatori industriali”, consentendo alle industrie di offrire una riduzione del consumo di gas “in cambio di una compensazione”. Per massimizzare questa opzione, la bozza di piano dell’esecutivo comunitario suggerisce di organizzare queste aste a livello transfrontaliero “per massimizzare le possibilità dei grandi clienti che operano in più Stati membri e per gli Stati membri con minori risorse fiscali”.
Infine, alle aziende – che spesso acquistano energia con contratti a lungo termine – i 27 governi dell’Unione dovrebbero offrire incentivi finanziari per ridurre la domanda di gas, nell’ambito delle misure di contenimento del consumo per l’inverno. Allo stesso tempo i Ventisette dovrebbero accelerare con decisione sulla transizione alle rinnovabili, ma è anche prevista la possibilità di ritardare la chiusura prevista di alcune centrali nucleari o esentare quelle a carbone riattivate per compensare i tagli alle forniture di gas russo dagli obiettivi di emissioni industriali previsti dal piano. Sempre sul piano industriale, la bozza del testo suggerisce che alcune aziende potrebbero spostare le attività dalle regioni europee in cui la domanda è più rigida a quelle in cui l’offerta energetica è migliore, riconoscendo il pesante impatto sulla catena di approvvigionamento per un’eventuale chiusura di alcuni settori, come quello chimico o del vetro.