Bruxelles – Gazprom ferma gli impianti di Nord Stream 1 e l’Ue teme per le forniture di gas all’Europa. Sono iniziati lunedì (11 luglio) i lavori di manutenzione alla principale infrastruttura di esportazione di gas dalla Russia all’Unione europea, il gasdotto Nord Stream 1 che a capacità massima trasporta 55 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno di gas da Mosca alla Germania attraverso il Mar Baltico.
Per dieci giorni, fino al 21 luglio, le esportazioni di gas russo attraverso gasdotto saranno temporaneamente sospese a causa di questa manutenzione programmata e dunque il gas russo continuerà a fluire verso i Paesi dell’Europa occidentale e centrale solo attraverso l’Ucraina. Ma l’Unione europea teme, non lo nasconde, che la Russia possa estendere il periodo per la manutenzione programmata con il preciso intento politico di limitare ulteriormente la fornitura di gas, ostacolando anche i piani degli Stati membri di mantenere gli stoccaggi pieni all’80 per cento della propria capacità entro il primo novembre, come richiesto dall’UE nei suoi piani di preparazione all’inverno.
Secondo gli ultimi dati Gie-Agsi (aggiornati al 9 luglio) la media europea di riempimento delle riserve è al 61,63 per cento. L’Italia si colloca al decimo posto in Europa per volumi di gas stoccato, con una percentuale pari a 63,77 per cento, mentre in cima alla classifica c’è da settimane ormai il Portogallo (100 per cento), seguito da Polonia (97,23 per cento), Danimarca (82,15 per cento), Spagna (73,1 per cento), Repubblica ceca (72,32 per cento), Francia (67,54 per cento), Belgio (64,93 per cento), Germania (63,98 per cento), Slovacchia (63,88 per cento). Bruxelles avverte che la situazione del Nord Stream “è molto seria e dobbiamo essere preparati al meglio a ogni evenienza e ogni scenario”, ha detto questa mattina il portavoce della Commissione europea, Tim McPhie, durante il briefing quotidiano con la stampa. Prepararsi al peggio, soprattutto a un taglio totale delle forniture energetiche all’Europa. “L’Unione europea si sta preparando da vari mesi a diversi scenari e siamo di fronte a una situazione in cui (la Russia, ndr) ha già interrotto parzialmente o completamente le forniture a 12 Stati membri”, ha riferito il portavoce, ricordando che il 20 luglio la Commissione europea presenterà un piano per la preparazione all’emergenza e la riduzione della domanda.
Prima dell’inizio della guerra, l’Unione europea importava circa il 40 per cento del suo gas attraverso i gasdotti russi, in particolare attraverso Nord Stream. Di fronte all’aggressione dell’Ucraina, ha fissato l’obiettivo di ridurre rapidamente la sua dipendenza dagli idrocarburi russi attraverso la diversificazione dei fornitori di energie, la spinta sulle energie rinnovabili e una riduzione dei consumi di energia. Secondo quanto anticipato fino ad ora, il piano di emergenza che la Commissione europea svelerà il 20 luglio si concentrerà in particolare su come ridurre i consumi energetici a livello industriale e fornirà “agli Stati membri delle linee guida per prepararsi a tagli più significativi, valutando anche le implicazioni sul mercato unico e cosa succede se uno Stato membro ha più forniture rispetto a un altro”. Non ci saranno, a detta del portavoce, le raccomandazioni alle famiglie sull’importanza del risparmio dell’energia in ogni aspetto della vita quotidiana, ma si concentrerà prevalentemente sui consumi industriali e sugli accordi di solidarietà tra i governi per le forniture.
Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in arrivo alla riunione dei ministri dell’economia e delle finanze dell’area dell’euro, l’Eurogruppo, si è detto “molto preoccupato per i tagli alle forniture” di gas dovuti alla manutenzione di Nord Stream perché “avranno non solo conseguenze macroeconomiche sulla crescita ma dovremo anche affrontare una situazione difficile”. Conferma quanto già detto a più riprese dalla Commissione europea, ovvero che nel piano per la riduzione della domanda non ci saranno proposte per fissare un tetto a livello europeo sul petrolio e gas. Ha assicurato che l’Esecutivo europeo continua a lavorare su questo “dopo la richiesta di vari Stati membri”. Ma bisognerà attendere la fine dell’estate. “Il continuo aumento dei prezzi dell’energia frena l’economia”, ha avvertito anche il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo. “Serve il giusto mix di politica economica e misure settoriali di sostegno” per rispondere a questo fenomeno.