Bruxelles – Si espande il raggio di coinvolgimento di figure sempre più rilevanti negli ‘Uber files‘, l’inchiesta internazionale che sta mostrando come l’azienda statunitense di noleggio di auto con autista abbia adottato tra il 2013 e il 2017 una politica particolarmente aggressiva in Europa per espandere la propria influenza. Oltre all’allora ministro per l’Economia e oggi presidente francese, Emmanuel Macron, tra i legami politici e istituzionali intessuti dal co-fondatore ed ex-amministratore delegato, Travis Kalanick, è emerso anche il nome della commissaria europea per la Concorrenza (2004-2009) e per il Digitale (2009-2014), Neelie Kroes, che avrebbe utilizzato la propria influenza nell’entourage del governo olandese di Mark Rutte per aumentare il potere lobbistico di Uber nel Paese e per favorire pratiche poco trasparenti, se non al limite dell’anti-concorrenziale.
Secondo quanto pubblicato ieri (11 luglio) da un consorzio di giornali internazionali guidato da The Guardian, il rapporto tra l’ex-commissaria e i lobbisti di Uber a Bruxelles era talmente delicato da dover essere tenuto “nascosto” anche all’interno della stessa azienda. I dettagli del supporto segreto fornito da Kroes sono contenuti nei 124 mila documenti – tra email, messaggi, presentazioni a uso interno e altro materiale – divulgati dall’International Consortium of Investigative Journalists. La possibile violazione del Codice di condotta della Commissione potrebbe essersi verificata non tanto nel decennio in cui Kroes era titolare dell’agenda concorrenziale e digitale a Bruxelles, quanto piuttosto durante i 18 mesi che devono trascorrere prima che un membro dell’esecutivo comunitario possa assumere incarichi in aziende private (per limitare i conflitti d’interesse). Secondo gli ‘Uber files’, l’ex-commissaria si sarebbe offerta di organizzare una serie di incontri per Uber con i ministri olandesi e alti funzionari UE proprio tra il novembre del 2014 e il novembre 2016 – contrariamente da quanto richiesto dalla normativa vigente – per un totale di 200 mila dollari l’anno versati sul suo conto dall’azienda con sede a San Francisco.
Già nel maggio del 2016, nel momento dell’assunzione di Kroes come membro del comitato di consulenza sulle politiche pubbliche di Uber, si erano sollevate polemiche sul problema delle cosiddette ‘porte girevoli’ nell’istituzione comunitaria, ovvero l’ingaggio da parte di aziende private di ex-commissari ed ex-funzionari di alto livello che operavano negli stessi settori al Berlaymont. Ma, se confermato dalle autorità giudiziarie, quello che emerge dagli ‘Uber files’ andrebbe ben oltre le polemiche, coinvolgendo violazioni del Codice di condotta della Commissione UE e delle norme anti-concorrenziali dell’Unione. L’episodio più controverso sarebbe una serie di telefonate effettuate da Kroes il 26 marzo del 2015 nell’ambito dell’irruzione delle forze dell’ordine olandesi nell’ufficio di Uber ad Amsterdam. L’ex-commissaria avrebbe fatto pressioni sul ministro dell’Economia, Henk Kamp, e sulla ministra delle Infrastrutture, Melanie Schultz, per ritirare gli agenti dall’operazione che avrebbe dovuto identificare elementi utili per l’indagine sulla possibile violazione da parte di Uber della legge olandese sul servizio taxi attraverso UberPop.
Il coinvolgimento dell’ex-membro olandese della Commissione avrebbe avuto un ruolo strategico per i piani di Uber in Europa, dal momento in cui proprio nei Paesi Bassi l’azienda statunitense ha stabilito la sua sede internazionale (per una questione fiscale). Kroes avrebbe aiutato l’ex-CEO Kalanick a incontrare il premier Rutte, collega del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, per spingere i piani di Uber nel Paese e rendere l’esperienza olandese una storia di successo aziendale sul continente europeo. Per tutte queste ragioni la Commissione Europea ha riferito alla stampa di Bruxelles di aver deciso di inviare una lettera a Kroes per “avere chiarimenti sulle informazioni presentate sui media” e che l’esecutivo comunitario sta raccogliendo informazioni attraverso una “comunicazione bilaterale” con l’ex-commissaria Kroes. Al momento il portavoce della Commissione per il Budget e le risorse umane, Balazs Ujvari, ha riferito di non poter divulgare nulla del contenuto della lettera.