Città del Vaticano – Anche la Santa Sede aderisce alla convenzione sul Clima dell’Onu e all’accordo di Parigi. L’obiettivo è, spiega il Vaticano, “contribuire e dare il proprio sostegno morale agli sforzi di tutti” per rispondere al cambiamento climatico.
L’adesione, in nome e per conto dello Stato Città, l’ha depositata il 6 luglio l’Osservatore Permanente, monsignor Gabriele Giordano Caccia. Per l’Accordo di Parigi, precisa il Vaticano, l’ingresso avverrà più avanti, “quanto prima, in base ai requisiti legali previsti”. La questione ambientale non si ferma al clima, coinvolge la sfera etica, sociale, economica e politica, “incidendo, soprattutto, sulla vita dei più poveri e fragili”. Così aveva ricordato Papa Francesco nel videomessaggio per l’High Level Climate Ambition Summit del 12 dicembre 2020. “In tal modo – aveva precisato – fanno appello alla nostra responsabilità di promuovere una cultura della cura, che ponga al centro la dignità umana e il bene comune”.
Di ambiente, sostenibilità, crisi alimentare e nuovi modelli di sviluppo il Pontefice avrà modo di parlare nei due appuntamenti in presenza annunciati oggi, per il 24 e il 25 settembre. Nel primo parteciperà, ad Assisi, a ‘Economy of Francesco‘, la ‘Davos del Papa’, che ogni anno riunisce economisti, imprenditori e promotori di economia sostenibile under 35 di tutto il mondo per discutere di un nuovo modo di intendere l’economia. Il 25 settembre, invece, Bergoglio sarà a Matera per chiudere i lavori del 27esimo congresso eucaristico nazionale della Cei. L’incontro è parte del Cammino sinodale in un’ottica di conversione ecologica, pastorale e culturale.
Nella sua enciclica sulla Cura del Creato, la Laudato Si’, il Papa argentino aveva invitato i fedeli a “rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del Pianeta”. Un confronto che “ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. Francesco si era posto una domanda: ‘Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi?’. L’adesione è la risposta della Santa Sede, che “auspica che la Convenzione e l’Accordo di Parigi possano contribuire a promuovere una forte convergenza di tutti nell’impegnarsi di fronte all’urgente necessità di avviare un cambiamento di rotta”. Quello che si chiede è che si passi “con decisione” dalla ‘cultura dello scarto’ prevalente nella nostra società a una ‘cultura della cura’ della casa comune e di coloro che vi abitano“. Per affrontare questa trasformazione, l’umanità ha i mezzi, aveva rilevato il Pontefice nel Messaggio alla COP-26 di Glasgow il 29 ottobre 2021: “Si tratta della transizione verso un modello di sviluppo più integrale e integrante, fondato sulla solidarietà e sulla responsabilità“.