Bruxelles – La strada è tracciata. O sarebbe meglio dire la pista ciclabile. L’UE è pronta per una strategia per la mobilità ciclabile, che si ponga l’obiettivo di incentivare l’uso della bicicletta per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e per mitigare gli effetti del cambiamento climatico determinati anche dai motori a combustione. È emerso chiaramente dal confronto di oggi (giovedì 7 luglio) tra la Commissione Europea e gli eurodeputati alla sessione plenaria del Parlamento UE. “La mobilità ciclabile ha un’enorme potenziale per la mitigazione del cambiamento climatico e rappresenta un’alternativa a basso costo per migliorare la qualità dell’aria nelle zone urbane”, ha confermato la commissaria per l’Energia, Kadri Simson, rispondendo all’interrogazione sullo stato delle iniziative a livello comunitario.
“La promozione dell’uso della bicicletta e dei trasporti pubblici può portare a un risparmio pari a cinque milioni di tonnellate di petrolio“, per cui ” tutti possiamo fare la nostra parte”, ha esortato la commissaria: ecco perché “sempre più fondi UE sono indirizzati alle infrastrutture ciclabili, anche nei Piani nazionali di ripresa e resilienza”. Il tema della protezione ambientale è strettamente legato alla questione dell’indipendenza energetica dell’UE, come emerge dai punti-chiave della comunicazione per il risparmio energetico: “Promuovere i sistemi di condivisione, fornire finanziamenti per l’acquisto di biciclette tradizionali ed elettriche, aumentare gli incentivi ai dipendenti che usano il trasporto pubblico”.
Fanno fede le parole del vicepresidente della Commissione UE per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, al Cycling Summit di Copenaghen, richiamate dalla stessa commissaria Simson. Nella proposta di nuove regole per gli investimenti nella rete di trasporto transeuropea è stato incluso l’obbligo per ogni città con più di 100 mila abitanti di un piano entro il 2025 per rendere la mobilità urbana “pulita, sostenibile e senza emissioni”. Usare la bicicletta è però anche una questione di infrastrutture: le istituzioni comunitarie riconoscono la necessità di “raddoppiare i chilometri di piste ciclabili”, portandoli a 5 mila entro il 2030. Considerato che per le bici elettriche si pone anche il problema della ricarica, nella revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia “sono previsti punti di ricarica per bici elettriche e spazi dedicati” alla necessità di parcheggiare un maggior numero di mezzi a due ruote nei nuovi edifici.
Un ultimo – ma decisivo – punto nella strategia UE per la mobilità ciclabile dovrà riguardare il piano dell’industria. Nella logica dell’autonomia strategica dell’UE, “la nostra capacità industriale dovrebbe essere orientata anche alle biciclette“, a partire dalla produzione dei telai. “Dobbiamo ridurre la dipendenza dall’Asia, alleggerendo le catene di approvvigionamento e favorendo il made in Europe”, ha chiesto la relatrice per il Parlamento UE, Karima Delli (Verdi/ALE), riconoscendo questo settore come “un partner essenziale nella nuova strategia europea industriale”. Una visione condivisa dalla Commissione, che fa notare i “benefici sul piano dell’occupazione“, ma anche il riorientamento della strategia per le batterie: “Ne produrremo di più leggere e riciclabili, con componenti europei, il che è positivo per l’ambiente e per la nostra posizione geopolitica”, è la promessa del vicepresidente Timmermans. “Questa è la via da seguire”.