Strasburgo, dall’inviata – Riduzione della domanda da un lato, solidarietà dell’offerta dall’altro. Prende forma nelle parole di Ursula von der Leyen il piano di emergenza a livello europeo di fronte al rischio di una interruzione totale delle forniture di energia da parte della Russia che la Commissione europea presenterà “tra due settimane”, il 20 luglio. E’ da Strasburgo, dove è riunita la plenaria del Parlamento europeo, che la presidente dell’esecutivo comunitario detta l’agenda e conferma per metà luglio la presentazione del piano coordinato a livello europeo per la riduzione della domanda di energia di fronte alla crisi energetica con Mosca. Già annunciato al termine dell’ultimo Vertice Ue del 23-24 giugno, il piano è una risposta unitaria (o almeno aspira a diventarlo) al rischio ormai più che concreto che la Russia chiuda completamente i rubinetti del gas all’Europa.
“Dobbiamo prepararci ora per ulteriori interruzioni dell’approvvigionamento di gas e anche per una completa interruzione delle forniture di gas russo”, ha messo in guardia von der Leyen in un dibattito in plenaria sulle priorità della presidenza della Repubblica ceca al Consiglio dell’Ue. Ci sono al momento 12 Paesi membri, Italia compresa, che già toccano con mano tagli parziali o totali alle proprie forniture di gas russo. Ulteriori potrebbero arrivare a causa dello stop al lavoro degli impianti dall’11 al 21 luglio annunciato dal colosso russo Gazprom per “lavori di manutenzione” che sanno di ritorsione politica. Per la leader della Commissione “è ovvio che Putin usi il gas” e la dipendenza energetica europea “come arma” di ritorsione al sostegno di Bruxelles all’Ucraina.
Non si conoscono ancora i dettagli di quali proposte includerà il piano, ma non si aspettano grandi annunci per il momento. Sul lato della riduzione della domanda di gas, Bruxelles chiederà a famiglie e imprese di abbattere per quanto possibile i consumi di energia, soprattutto in vista dell’inverno quando la domanda di gas aumenta per via dell’uso dei riscaldamenti. Per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi, l’UE lavora alla diversificazione dei fornitori di gas e petrolio, di cui Mosca era prima della guerra il più grande fornitore all’Europa, ma è convinta della necessità di un adattamento vero e proprio dell’economia europea, visto e considerato che non ci sarà un ritorno ai combustibili fossili a basso costo di mercato tanto presto. In autunno dovrebbe partire una campagna di comunicazione a livello europeo per il risparmio energetico, su cui – secondo Bruxelles – dovranno impegnarsi in primo luogo gli Stati membri.
C’è poi il lato della solidarietà della domanda. Gli Stati membri hanno tutti dei piani di emergenza nazionali in caso di crisi di approvvigionamento, ma non tutti hanno le stesse caratteristiche geografiche o potenzialità energetiche. Bruxelles cerca un’azione “comune a Ventisette”, dice von der Leyen, citando le lezioni apprese dalla scarsa solidarietà dimostrata dai governi all’inizio della pandemia COVID-19. “Dobbiamo assicurarci che, in caso di interruzione totale, il gas fluisca verso il punto in cui è più necessario”, ha spiegato ancora la presidente. Questo nei fatti significa lavorare sulle infrastrutture di connessione e accordi di solidarietà tra governi in caso di bruschi tagli alle forniture.
Per affrontare squilibri di mercato dell’energia, Bruxelles ha già presentato una proposta per obbligare gli Stati membri a mantenere le riserve del gas piene all’80 per cento della propria capacità entro il primo novembre di quest’anno, portando l’obiettivo al 90 per cento per gli anni successivi. In questo quadro ha chiesto ai governi di siglare tra loro accordi di solidarietà da far entrare in vigore solo in caso di crisi estrema del gas. Ad oggi, ce ne sono solo 6 già sottoscritti (tra cui uno tra Italia e Slovenia di fine aprile), per la Commissione servirà stipularne di più.
Andrà infine definito come riempire e tenere pieni gli stoccaggi del gas. Nel quadro del piano ‘REPowerEU’, la Commissione ha lanciato l’idea (presa in prestito sempre dalla pandemia) di una piattaforma per l’acquisto congiunto di energia, prima gas e gas naturale liquefatto (GNL) e in un secondo tempo anche idrogeno. Alla piattaforma gli Stati potranno aderire su base volontaria, ma la Commissione deve ancora definire i dettagli di questo meccanismo di acquisto comune. Il tema degli acquisti congiunti, secondo fonti dell’UE, sarà sul tavolo dei ministri europei dell’Energia che il 26 luglio si incontreranno personalmente a Bruxelles in un Consiglio Energia straordinario convocato mercoledì in tutta fretta.
‼️ Czech Presidency #EU2022CZ has just decided to convene an extraordinary Energy Council #TTE on 26 July.
The Ministers will discuss the EU's winter preparedness in energy sector.
— EU2022_CZ (@EU2022_CZ) July 6, 2022
Visti i tempi con cui sarà presentato il piano comune di emergenza sull’energia, non è difficile immaginare che i ministri dei Ventisette dovranno confrontarsi a fine mese anche su come essere preparati all’interruzione totale delle forniture da parte di Mosca, che per l’UE è sempre più una realtà.