Bruxelles – Gli italiani fanno uno scatto in avanti, la Commissione tiene il freno a mano tirato. Alla sessione plenaria del Parlamento Europeo è andato in scena un duello verbale e politico a distanza tra gli eurodeputati italiani dell’intero spettro parlamentare e l’esecutivo comunitario, in merito all’opzione di stabilire un tetto massimo europeo ai prezzi (price cap) del gas russo, per affrontare le conseguenze della crisi energetica, acuitasi dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia, dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia, gli italiani guardavano con speranza al piano di emergenza che la Commissione UE presenterà fra due settimane – il vicepresidente per le Relazioni interisituzionali, Maroš Šefčovič, ha parlato esplicitamente del 20 luglio – ma è stata la stessa presidente Ursula von der Leyen a chiudere la porta: “Ci concentreremo sulla riduzione della domanda e sulla solidarietà dell’offerta, abbiamo anche altri strumenti a disposizione da attivare in caso di emergenza, ma questo non fa parte del piano“. A margine dell’intervento in plenaria, von der Leyen ha risposto così a una domanda sull’eventualità di includere la proposta di un tetto al prezzo del gas e uno strumento SURE (di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza) specifico per l’energia. Si apre invece uno spiraglio per sfruttare la decisione del G7 di esaminare i “potenziali meccanismi” per fissare “con un approccio globale” un price cap al petrolio russo: “Sarebbe una buona piattaforma di cui potremmo disporre, se dovessimo guardare in circostanze speciali anche un massimale di prezzo per il gas”, ha precisato la leader della Commissione.
Da sinistra e da destra arrivano però critiche alle scelte fatte. “La nostra economia è in guerra, le famiglie sono in difficoltà nel pagare bollette e generi alimentari, le imprese devono far fronte anche all’aumento del prezzo delle materie prime”, ha incalzato durante il dibattito in plenaria il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani (PPE): “Servono misure nuove ed urgenti, come il tetto al prezzo del gas, uno strumento indispensabile che proponiamo da mesi per difenderci dall’inflazione galoppante“. O ancora, “un programma SURE per sostenere quei Paesi che aiutano i cittadini e le imprese a pagare bollette meno salate”. Parlando poi con la stampa, lo stesso Tajani ha criticato il gabinetto von der Leyen, affermando che “è un errore non pensare di aiutare Stati che devono affrontare situazioni di enorme difficoltà, perché in prima linea per le ricadute delle sanzioni contro la Russia”, tra cui “Italia, Germania e Polonia”. L’eurodeputato di Italia Viva, Nicola Danti (Renew Europe) se l’è presa invece con “l’ostinata opposizione di alcuni Stati membri alla proposta portata avanti dall’Italia” per “affrontare con misure eccezionali e urgenti il tema dei prezzi dell’energia che stanno destabilizzando la nostra economia”.
Dalle fila del Partito Democratico, Simona Bonafè (S&D) ha ricordato che fissare un tetto massimo europeo al prezzo del gas “potrebbe frenare da subito l’inflazione che sta colpendo anche i beni di prima necessità“. Rispondendo “a chi teme che la Russia reagirebbe con ritorsioni”, l’eurodeputata ha ricordato che “Putin sta già tagliando le forniture, proprio per evitare che l’Europa riempia i depositi e per aumentare il ricatto nei mesi invernali”. Per questo serve “un’Unione unita e solidale, che sappia dare risposte concrete ed efficaci”, aiutando famiglie e imprese “strette nella tenaglia di bollette salate, caro benzina e inflazione”. Più duro Nicola Procaccini (ECR), che ha attaccato una scelta che “consente a Putin di vendere meno gas, ma guadagnandoci di più“. L’eurodeputato in quota Fratelli d’Italia ha ricordato che “un anno fa il prezzo del gas era 18 euro per megawattora, ieri era a 170 euro”, in una “situazione drammatica per imprese e famiglie, ma che evidentemente ad alcuni governi europei fa comodo”. Chiede invece un’azione “più incisiva” dall’UE l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Mario Furore, non solo sul price cap sul gas, ma soprattutto su un “sostegno diretto con compensazioni e tagli alla bollette“, mettendo in campo un “modello SURE che ha ben funzionato durante la pandemia salvando milioni di posti di lavoro”.