Bruxelles – Germania, Austria, Paesi Bassi. Per far fronte ai tagli delle forniture di gas dall’azienda energetica statale russa Gazprom, alcuni Paesi membri UE hanno deciso di riattivare le centrali a carbone. Tra questi spicca proprio il governo di Berlino – guidato da quasi un anno dalla la coalizione SPD-Verdi-liberali – che, per sopperire ad altri eventuali stop all’invio di gas da parte di Mosca sul gasdotto Nord Stream 1, riaprirà alcune centrali elettriche a carbone già dismesse. In un’intervista rilasciata all’agenzia stampa GEA – Green Economy Agency del gruppo Hub Editoriale (di cui Eunews fa parte), la vicepresidente del Parlamento Europeo e membro della commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia (ITRE), Nicola Beer, ha spiegato quali sono le motivazioni che hanno spinto il governo di Olaf Scholz a prendere questa decisione. Ma l’eurodeputata tedesca del gruppo di Renew Europe ha anche incalzato sulle criticità dell’attuale tassonomia (il sistema di classificazione delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale), che sarà votata questa settimana al Parlamento Europeo.
Eunews: Vicepresidente Beer, è preoccupata per il rispetto della legge europea sul clima, considerata la decisione tedesca di riattivare le centrali a carbone per far fronte alla carenza di gas dalla Russia?
Beer: Prosciugare il sistema di Putin e non finanziare più la sua macchina da guerra è la nostra priorità, non dobbiamo avere il paraocchi sulla possibilità di utilizzare tutte le fonti energetiche possibili. Avere la Russia come fornitore unilaterale di energia è stato un errore commesso durante l’era Merkel e questa è una delle ragioni della dipendenza energetica della Germania dalla Russia.
E: E quale dovrebbe essere la risposta?
B: Ora dobbiamo affrontare la realtà geopolitica, soprattutto quando si tratta dei bisogni dei cittadini. Abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili per l’intera società, non solo per una ricca élite. Dobbiamo puntare su disponibilità, accessibilità e sostenibilità. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione: accelerare sulle energie rinnovabili, ma, in uno scenario di emergenza come questo, anche l’uso prolungato del carbone e dell’energia nucleare deve essere un’opzione. Tutto il resto fa solo il gioco di Putin.
E: Alcuni Stati membri dell’UE stanno tornando al carbone, altri stanno spingendo sull’energia nucleare. Come pensa che la guerra russa in Ucraina condizionerà il voto della prossima settimana sulla tassonomia nella sessione plenaria del Parlamento Europeo?
B: Ovviamente è assurdo che il gas e l’energia nucleare debbano essere etichettati come verdi. Ci troviamo di fronte a una legislazione fatta male: l’attuale tassonomia, come sistema di etichettatura, categorizza specificamente ogni attività economica, anziché limitarsi a fornire informazioni sulle opportunità di investimento verdi. Nel contesto della guerra, dobbiamo garantire che ci sia il riscaldamento in inverno e che l’energia rimanga disponibile e accessibile a tutti.
E: Qual è l’impatto della guerra russa in Ucraina sul Green Deal europeo? I suoi obiettivi subiranno ritardi per questo motivo?
B: Dobbiamo rispettare gli obiettivi climatici, perché l’ambiente non può aspettare. Vanno utilizzate le diverse risorse energetiche a disposizione in un nuovo mix: per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo accelerare l’aumento di produzione delle rinnovabili, perché dovremo utilizzare tecnologie-ponte come il gas e il carbone più a lungo di quanto previsto. L’adeguamento del piano temporale è fondamentale per uscire dalla dipendenza da Putin senza ritardare il successo della transizione verde.
E: La Germania ha fissato l’obiettivo di eliminare la dipendenza dal carbone entro il 2030. Questo obiettivo è ancora raggiungibile adesso?
B: La nostra ambizione è di farlo funzionare. Oltre agli strumenti citati, dobbiamo rendere disponibili fonti completamente nuove. Per esempio, l’energia nucleare da fusione: questa tecnologia potrebbe essere disponibile prima e più rapidamente, se facessimo adesso investimenti efficienti e intelligenti in questa direzione. Oltre alla ricerca e allo sviluppo, dobbiamo adattare le nostre normative, in modo da ottenere la necessaria diversificazione delle fonti energetiche e, allo stesso tempo, utilizzare energia pulita senza dipendenze.
E: Con la Russia che ricatta l’Europa e con l’aggravarsi della crisi energetica, quale può essere una soluzione a lungo termine per garantire l’approvvigionamento energetico e allo stesso tempo proteggere l’ambiente?
B: Non c’è dubbio che dobbiamo accelerare la transizione energetica per attuare e rendere operative le energie rinnovabili, abbiamo bisogno delle rinnovabili il più rapidamente possibile per la sovranità energetica europea. Tuttavia, il gas rimarrà ancora un’importante tecnologia-ponte. Ecco perché abbiamo bisogno di maggiori sforzi per ottenere altri partner per la fornitura di gas, ad esempio Israele.