Bruxelles – Gestire la crisi dei rifugiati e la ripresa dell’Ucraina nel dopoguerra, passando per la sicurezza energetica dell’Europa di fronte ai tagli alle forniture da parte della Russia e la resilienza strategica dell’economia europea. Prende il via oggi (primo luglio) e per i prossimi sei mesi, la presidenza di turno della Repubblica ceca alla guida del Consiglio UE, nel complicato contesto della guerra della Russia in Ucraina.
Così come è stato per la presidenza di Parigi appena conclusa, buona parte dell’agenda di Praga alla guida dell’Ue sarà scandita dall’aggressione in corso, sul piano politico interno e anche geopolitico. Praga sceglie il motto ‘Rethink, Rebuild, Repower’ (Ripensare, rinnovare, ripotenziare l’UE), costruito attorno a cinque priorità, che vanno dalla gestione dei rifugiati e la ripresa dell’Ucraina del dopoguerra, alla sicurezza energetica, al potenziamento delle capacità di difesa e sicurezza informatica, alle capacità di resistenza dell’economia europea e il potenziamento delle istituzioni democratiche.
Un’agenda legata alla stretta attualità e che Praga sa di dover rendere il più possibile flessibile e modificabile, nel caso in cui le circostanze dovessero renderlo necessario. Se c’è una sfida su cui Bruxelles si aspetta tanto dal semestre di presidenza della Repubblica ceca è proprio quella dell’energia e della sicurezza dell’UE di fronte ai tagli alle forniture di gas da parte della Russia. La crisi “non è alle nostre spalle”, e Bruxelles dovrà lavorare a stretto contatto con la presidenza di Praga per presentare “verso metà luglio un piano d’emergenza per l’energia”. La conferma arriva dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Litomyšl, in Repubblica ceca, al fianco del primo ministro, Petr Fiala, per l’avvio della presidenza. E’ consuetudine per il collegio dei commissari europei, quando prende il via una nuova presidenza di turno dell’UE, recarsi nel Paese che per i successivi sei mesi detterà l’agenda politica del Consiglio.
Il piano di riduzione della domanda di energia in questione era stato annunciato dalla stessa leader dell’Esecutivo comunitario al termine dell’ultimo Consiglio europeo del 23-24 giugno. Oggi è arrivata la conferma che arriverà a metà luglio e che sarà fondato sulla doppia priorità di tagliare la domanda e quindi i consumi “in maniera intelligente e di dimostrare solidarietà” tra gli Stati membri quando si parla di forniture di energia, principalmente attraverso accordi bilaterali con chi non dispone di strutture sotterranee per stoccare le riserve di gas, in vista dell’inverno. Un piano che si rende urgente e necessario visti i tagli repentini alle forniture da parte della Russia nei confronti di oltre dieci Stati membri dell’Ue, tra chi è andato incontro allo stop totale e chi solo parziale.
Von der Leyen ricorda che gli Stati membri sono già ben collegati “attraverso gasdotti, abbiamo tutti questi interconnettori e possiamo sempre avere i flussi inversi” di gas. Ma di fronte ai tagli alle forniture “ci serve un buon piano comune che permetta all’energia e al gas di fluire dove è più necessario”, per non andare incontro a un inverno senza riscaldamento. Il colosso energetico russo Gazprom ha già annunciato una sospensione parziale delle forniture all’Europa per “lavori di manutenzione” che andranno avanti dall’11 al 21 luglio, che porteranno a un’ulteriore contrazione dei flussi all’Europa.
L’agenda di Praga alla guida dell’UE sarà legata, dunque, alla stretta attualità, tanto da non essere casuale la scelta del motto ‘Rethink, Rebuild, Repower’, dal momento che il Paese dovrà concentrarsi sull’attuazione del pacchetto energetico ‘RePowerEU’, presentato lo scorso 18 maggio dalla Commissione Europea come una tabella di marcia per affrancare l’Unione dalla dipendenza dai combustibili fossili russi al più tardi entro il 2027. “Contiamo su Praga per raggiungere un rapido accordo” tra Consiglio e Parlamento – i due co-legislatori – sull’adozione del regolamento che ha istituito il piano”. L’adozione del regolamento porterà gli Stati membri a iniziare a disporre delle risorse previste dal piano, che la Commissione Ue stima in 300 miliardi di euro. Il piano – ha ricordato la presidente – si basa su tre pilastri: la diversificazione dei fornitori di energia “in particolare per quanto riguarda il gas e il petrolio”, la riduzione della domanda di energia e soprattutto “massicci investimenti in energie rinnovabili, che hanno il vantaggio di essere prodotte a casa nostra e creare posti di lavoro”.
Che la sicurezza energetica sarà al centro del semestre di presidenza ceca lo ha confermato lo stesso primo ministro, Petr Fiala, al fianco di von der Leyen in conferenza stampa. Indipendenza dell’Unione Europea e abbassare i prezzi insostenibili dell’energia, che stanno “soffocando la nostra economia e creando problemi ai nostri cittadini”, saranno le sfide di Praga e più in generale dell’UE di domani. La sicurezza energetica è una delle cinque priorità messe nero su bianco nell’agenda della presidenza e come nei piani di Bruxelles, il focus sarà sulla diversificazione dei fornitori di energia e l’accelerazione della transizione alle energie rinnovabili e a basse emissioni. “La Presidenza ceca è pronta a lavorare sull’attuazione della regolamentazione delle riserve di gas”, si legge sul sito della presidenza, in riferimento all’obbligo disposto dall’Esecutivo comunitario di riempire gli stoccaggi di gas prima dell’inverno.
Per Praga la sicurezza energetica dell’UE passa anche per l’energia nucleare, che sarà centrale nella sua agenda “anche per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE”. Il nucleare è un’importante fonte di energia nella Repubblica Ceca, rappresentando circa il 40 per cento del suo mix energetico, e Praga ha già chiarito l’intenzione di rilanciarne l’uso. La presidenza della Francia che si è appena conclusa, lascia nelle mani di Praga anche l’avvio dei negoziati interistituzionali con il Parlamento europeo sui principali dossier del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, dalla riforma del sistema Ets alla tassa sul carbonio alle frontiere su cui entrambi i co-legislatori ormai hanno definito la loro posizione. “Ora la presidenza è nella posizione ideale per guidare i triloghi (i negoziati a tre) sul ‘Fit for 550 tra Consiglio e Parlamento”, ha ricordato von der Leyen, che spera in un accordo prima della prossima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a novembre in Egitto. Ma su questo Praga già mette le mani e fa sapere che si concentrerà soprattutto sui dossier dell’efficienza energetica e dell’uso delle energie rinnovabili, su cui Bruxelles ha proposto di alzare i target alla luce della guerra in Ucraina.