Bruxelles – Se all’inizio dell’invasione dell’Ucraina un’interruzione “grave” delle forniture di gas russo all’Europa era solo possibile, oggi secondo l’UE è più che probabile. Al termine del Consiglio Energia che si è svolto ieri (27 giugno) a Lussemburgo – che ha concordato nuovi target efficienza e rinnovabili – la commissaria competente Kadri Simson in conferenza stampa ha messo in guardia sul rischio di nuovi tagli alle forniture durante le prossime settimane, esortando i Paesi ad aggiornare i loro piani di emergenza e utilizzare altri combustibili per risparmiare gas. “Non si possono escludere ulteriori decisioni da parte della Russia di escludere arbitrariamente paesi o società. Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, sapevamo che era possibile un’interruzione molto grave e ora sembra probabile”, ha detto.
Simson precisa che i rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento all’Europa non sono immediati, ma la situazione è in deterioramento. “Il sistema del gas europeo ha reagito bene e finora ha saputo assorbire i tagli”, ha assicurato. Tuttavia, Mosca ha lanciato quella che Bruxelles chiama “strategia per usare il gas come arma”, tagliando le forniture all’Europa e diffondendo “incertezza e destabilizzazione del mercato europeo”, ha dichiarato la commissaria. Il colosso energetico russo Gazprom ha ridotto la fornitura di gas alle società di cinque Stati membri settimana scorsa e complessivamente, 12 Stati membri sono direttamente interessati dai tagli. Oggi, stima Bruxelles, le esportazioni di gas dalla Russia verso l’UE sono la metà di quelle di un anno fa.
Gazprom ha già annunciato una manutenzione del gasdotto Nord Stream 1 che trasporta gas dalla Russia alla Germania dall’11 al 21 luglio. Come annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen al termine dell’ultimo Vertice Ue del 23-24 giugno, a luglio a Commissione europea presenterà un piano per i paesi dell’UE per coordinare i loro preparativi per ulteriori shock di approvvigionamento, attraverso la riduzione della domanda di energia. Questo perché, ha spiegato la Commissione, non è previsto in tempi brevi un ritorno a combustibili fossili a basso costo di mercato, quindi insieme ai sostegni mirati a imprese e famiglie è necessario adattare l’economia europea alle nuove condizioni. Secondo i dettagli forniti da Simson in conferenza stampa il piano coordinato di riduzione della domanda, includerà un’analisi aggiornata con i vari scenari per il prossimo inverno e un insieme di buone pratiche per risparmiare preventivamente gas e linee guida sulla gestione della domanda dei consumatori non protetti, in particolare l’industria.
Ridurre la domanda ma anche continuare con il lavoro di diversificazione dei fornitori di gas e gas liquefatto. Dopo il memorandum d’intesa siglato con Egitto e Israele per sfruttare il potenziale energetico del Mediterraneo orientale, Bruxelles si prepara a siglarne un altro con l’Azerbaigian per preparare il terreno al raddoppio della capacità del Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto TAP che trasporta in Europa il gas naturale proveniente dal giacimento gigante di Shah Deniz nel settore azero del Mar Caspio. Il gasdotto, lungo 878 km, si collega con il Trans Anatolian Pipeline (TANAP) al confine turco-greco a Kipoi, attraversa la Grecia e l’Albania e il Mar Adriatico, prima di approdare in Italia, a San Foca (in Puglia). A gennaio 2022 ha erogato circa 8 miliardi di metri cubi standard, con la previsione di raggiungere i 10 miliardi di metri cubi nell’estate 2022. Allo scopo di diminuire la dipendenza delle forniture dalla Russia, da cui provengono il 40 per cento delle forniture, nel febbraio 2022 la Commissione europea inizia le trattative Baku per aumentare la capacità di erogazione massima da 10 miliardi di metri cubi l’anno a circa 20, raddoppiando la capacità. La commissaria Simson aveva già annunciato un viaggio in Azerbaigian nel mese di luglio per rinsaldare la cooperazione energetica.