Bruxelles – Efficienza energetica da un lato, rinnovabili dall’altro. I ministri europei dell’Energia, riuniti lunedì a Lussemburgo, hanno concordato la posizione negoziale del Consiglio su due dossier del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’: la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica, entrambe del 2018, aprendo la strada ai negoziati con l’Europarlamento. Il pacchetto è stato proposto a luglio di un anno fa dalla Commissione europea per abbattere le emissioni di gas serra dell’Ue del 55 per cento entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), come tappa intermedia per la neutralità al 2050. Per arrivarci, Bruxelles punta anche su target più elevati di energia rinnovabile nel mix energetico e riduzione dei consumi di energia.
Sulle rinnovabili, i ministri dell’energia hanno concordato di dover aumentare la quota di rinnovabili nella produzione di energia dell’UE al 40 per cento entro il 2030, aumentando l’attuale obiettivo pari al 32 per cento. Per raggiungere a livello collettivo il target dell’Unione, gli Stati membri dovranno aumentare i loro contributi nazionali stabiliti nei loro piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC), che saranno aggiornati nel 2023 e nel 2024. Gli Stati hanno inoltre rafforzato gli obiettivi per i principali settori economici che contribuiscono alla domanda di energia. Per i trasporti si stabilisce la riduzione dell’intensità dei gas serra del 13 per cento entro il 2030, ma con varie opzioni a disposizione degli Stati membri per raggiungere questo obiettivo, come la possibilità di fissare un obiettivo differenziato per il trasporto marittimo purché l’obiettivo generale sia raggiunto. Per riscaldamento e raffreddamento, chiedono un aumento graduale degli obiettivi in materia di energie rinnovabili dello 0,8 per cento annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1 per cento dal 2026 al 2030.
Quanto all’industria e agli edifici, il Consiglio ha mantenuto come nella proposta della Commissione degli obiettivi indicativi (1,1 punti percentuali di aumento annuo nell’uso di energie rinnovabili per le imprese, quota di energia rinnovabile almeno del 49% per gli edifici). La direttiva dà inoltre un ulteriore impulso ai biocarburanti introducendo il target del 35% dell’idrogeno utilizzato nell’industria che dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 50% entro il 2035. I ministri, fissando il target complessivo al 40%, hanno sostenuto l’obiettivo proposto dalla Commissione nel ‘Fit for 55’, che però la stessa Commissione ha proposto di rivedere al rialzo lo scorso 18 maggio nel quadro del piano ‘REPowerEU’ per l’indipendenza dai combustibili fossili, portandolo almeno al 45% entro il 2030 per ridurre la dipendenza dal gas.
Dopo la direttiva sulle rinnovabili, i ministri hanno sostenuto la proposta della Commissione di portare l’obiettivo di riduzione del consumo finale di energia (ovvero l’energia consumata dagli utenti finali) al 36 per cento, rendendolo un obiettivo vincolante a livello europeo, e al 39 per cento per il consumo primario che include anche la produzione e la fornitura di energia (un obiettivo solo indicativo) del consumo stimato nel 2030, una stima che è stata fatta sulla base di dati nuovi e di una metodologia diversa nel 2020. L’obiettivo attuale fissato dalla direttiva è una riduzione del 32,5 per cento (consumo sia primario che finale) del consumo stimato nel 2030. Gli Stati membri membri dovranno stabilire l’obiettivo generale dell’UE attraverso contributi e traiettorie nazionali indicativi, stabiliti nei loro piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC) da aggiornare nel 2023 e nel 2024. L’accordo degli Stati membri su queste due proposte “segna un importante passo avanti nella lotta contro il riscaldamento globale”, ha commentato Agnès Pannier-Runacher, ministra francese per la transizione energetica che ha presieduto la riunione in qualità di presidente di turno. “La decarbonizzazione dei nostri sistemi energetici attraverso un massiccio dispiegamento di energie rinnovabili e sforzi significativi per il risparmio energetico è essenziale per raggiungere i nostri obiettivi climatici e ci aiuterà anche a ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia, nel contesto della guerra in Ucraina”.