Bruxelles – Nell’Ue “dobbiamo cominciare a discutere di riforme istituzionali ora, non dopo”. Al termine del vertice con i leader dei 27 Stati membri dell’Unione il cancelliere tedesco Olaf Scholz non ha dubbi: c’è bisogno di cominciare a lavorare su una revisione dei trattati europei, soprattutto in vista di un eventuale (futuro) allargamento dell’Ue, come ha sottolineato nella conferenza stampa dopo il Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno.
Servono decisioni “a maggioranza per essere sicuri che lo stato di diritto e la democrazia siano applicati negli Stati membri e la Commissione Europea può far rispettare queste regole”, ha spiegato il cancelliere tedesco. “Dobbiamo affrontare il tema della portata della Commissione dopo l’allargamento: penso che non avrebbe senso che l’esecutivo si allargasse mano a mano che si allarga l’Ue, ma non è stato questo il tema del vertice”, ha aggiunto. “Abbiamo però l’unanimità sul fatto che abbiamo bisogno delle riforme”, ha sottolineato Scholz: “Il messaggio forte che arriva dall’Ue è che siamo una comunità che può rappresentare un modello di riferimento”.
L’idea di una modifica dei trattati era già tra i temi chiave della Conferenza sul Futuro dell’Europa e l’avvio ai lavori è stata chiesto da una risoluzione del Parlamento Europeo del 9 giugno scorso, dove gli eurodeputati invitavano il Consiglio dell’Ue di convocare una convenzione per iniziare una revisione dei Trattati europei. Ad esempio per il superamento del voto all’unanimità su alcune questioni di politica europea, dalla politica estera e di difesa alle sanzioni. Materie dove il principio dell’unanimità può causare il rinvio di decisioni significative, come nel caso del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. La Germania sostiene quindi questo processo, per quanto bisognerà probabilmente attendere ancora.
Sull’energia, in particolare sul tema di un tetto al prezzo del gas (price cap), Scholz invece resta più cauto: “La Commissione farà delle proposte. Le è stato richiesto, lo abbiamo ribadito, vedremo queste proposte in autunno”. “In Europa abbiamo deciso che usciremo dall’importazione del petrolio russo per fine anno – ha detto – stiamo creando le precondizioni tecniche”. “Naturalmente dovremo collaborare a livello internazionale, solo se lavoriamo insieme avremo successo”, ha concluso il leader.