Bruxelles – Prepararsi a nuovi tagli alle forniture di gas all’Europa da parte della Russia. Ad oggi sono dodici gli Stati membri dell’Ue, compresa l’Italia, “ad aver subìto un’interruzione totale o parziale” di idrocarburi da parte di Mosca nel suo tentativo di usare il gas come arma geopolitica contro l’Europa ed è per questo che la Commissione europea presenterà a luglio alle Capitali un piano di emergenza comune a livello europeo per ridurre la domanda di gas, in coordinamento con le industrie e gli stessi governi.
Ad annunciarlo oggi (24 giugno) la presidente dell’Esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine della due-giorni di Vertice europeo che ha trattato la questione dell’energia in maniera trasversale e in relazione alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina sull’Eurozona, stretta tra inflazione e impennata dei prezzi di cibo ed energia. “Abbiamo analizzato i piani nazionali di sicurezza energetica per assicurarci che tutti gli Stati membri siano pronti in caso di nuovi tagli e stiamo lavorando a un piano di emergenza comune per ridurre la domanda”, ha annunciato von der Leyen, sottolineando di aver imparato le lezioni del “COVID-19 e che quando lavoriamo uniti, quando evitiamo delle frammentazioni, siamo più forti”.
Nei piani di Bruxelles per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi, i governi europei stanno cercando con urgenza di accelerare la diversificazione dei fornitori di gas e petrolio, di cui Mosca era prima della guerra il più grande fornitore all’Europa. Forniture e approvvigionamenti alternativi, ma anche azione per ridurre la domanda di risorse energetiche fossili in vista dell’inverno, dove si fa più consumo di gas. Questo perché, ha spiegato la presidente, non è previsto in tempi brevi un ritorno a combustibili fossili a basso costo di mercato, quindi insieme ai sostegni mirati a imprese e famiglie è necessario “adattare l’economia europea” alle nuove condizioni.
Il piano europeo per la riduzione della domanda di energia non è l’unico che attende i leader Ue nelle prossime settimane. Dopo averle conferito il mandato all’ultimo Vertice europeo del 30-31 maggio, gli Stati membri sono in attesa di una proposta da parte della Commissione sui vari modi di frenare i prezzi dell’energia, tra l’introduzione di un tetto massimo al prezzo dell’energia (il price-cap), su cui spinge anche l’Italia, e la possibilità di spingersi oltre con una più ampia riforma del mercato elettrico, che secondo Bruxelles oggi non funziona più. Su proposta del premier Mario Draghi i leader sono tornati a discutere della questione, chiedendo alla Commissione “di esplorare con i nostri partner internazionali i modi per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre tetti temporanei ai prezzi delle importazioni”, come si legge nel testo di conclusioni adottato nel pomeriggio.
L’idea, si apprende a Bruxelles, era quella di inserire all’interno delle conclusioni un riferimento marcato al ‘price-cap’ come misura contro il caro energia, per accelerare il lavoro della Commissione Ue incaricata di studiarne la fattibilità all’ultimo Vertice di maggio. “Abbiamo discusso anche del tetto al prezzo del gas”, ha confermato von der Leyen in sala stampa, precisando però che la Commissione non sta analizzando solo misure per ridurre i prezzi dell’energia ma sta studiando “il design del mercato elettrico europeo”, che secondo la Commissione non è più adeguato ad affrontare le sfide di oggi. Più che un tetto al prezzo del gas, in una revisione del mercato elettrico di più ampio respiro la Commissione potrebbe includere il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità, per evitare il cosiddetto “effetto contagio”. L’Esecutivo europeo avanzerà le su proposte di intervento, più o meno massiccio, sul mercato dell’energia dopo la fine dell’estate, ha annunciato von der Leyen dettando infine l’agenda energetica europea dei prossimi mesi. Le proposte di nuove misure contro il caro energia e per una revisione sul mercato elettrico saranno la base per una discussione tra i leader al prossimo Vertice Ue ordinario, in programma a ottobre. Nelle ultime quarantotto ore, il premier Draghi ha spinto per convocare un Consiglio europeo straordinario anche a luglio dedicato all’energia, per non rimandare la discussione a dopo l’estate e soprattutto, secondo fonti con l’idea “di mettere pressione” alla Commissione europea per presentare in tempi più rapidi la proposta. Nulla da fare, la linea di Palazzo Chigi non è passata e un Vertice straordinario per discutere di energia a luglio non ci sarà, il confronto tra Ue e Capitali su come rivedere il mercato energetico europeo è rimandata a dopo l’estate. “A meno di urgenze”, come ha precisato Draghi nella sua conferenza stampa a Bruxelles.