Bruxelles – “Non mi sento deluso per gli esiti di questo Consiglio europeo. Non immaginavo di poter fissare una data precisa per discutere di un tema” così pressante come quello energetico. Mario Draghi rientra a Roma consapevole di aver portato avanti la sua battaglia, e di aver ottenuto quel cambio di passo che almeno in Italia è avvertito. Non ci saranno vertici straordinari a luglio, come pure lo stesso presidente del Consiglio ha messo sul tavolo, ma ottiene l’impegno ad avere da parte della Commissione europea un’analisi completa sul mercato del gas, le possibili opzioni per ridurre il prezzo del gas e dell’energia entro settembre, per poi discuterne a livello di leader nel summit di fine ottobre. C’è un crono-programma, dunque, scadenze ben precise che servono a dare un minimo di rassicurazioni.
“Ottobre potrebbe essere tardi, specie se la situazione cambia”, riconosce Draghi. “Ma se la situazione peggiora, certamente si farà un vertice straordinario“. Questo il patto non scritto dei leader di fronte a una questione che comunque registra la sensibilità di tutti attorno al tavolo, anche quella tedesca. “La posizione della Germania è cambiata”, assicura l’inquilino di palazzo Chigi, deciso a sollevare il tema di un meccanismo per una soglia ai prezzi delle bolletta energetica anche alla riunione del G7 della prossima settimana.
“Se ne parlerà” anche in quella sede, anche perché gli Stati Uniti da una parte “sono consapevoli dei contraccolpi delle nostre sanzioni per noi”, e dall’altra parte “sono preoccupati soprattutto per il prezzo del petrolio, ed è in questo contesto che (la segretaria al Tesoro americano) Yellen ha suggerito un price-cap”. In fin dei conti, sottolinea Draghi, “il price-cap è la cosa migliore da fare in questi casi”. Serve a mettere in sicuro l’economia, famiglie e imprese. “Quello che sta succedendo è che l’inflazione prima dipendeva solo dall’energia, ora dipende da altre componenti. Come sempre, quando aumentano i prezzi su un bene fondamentale, poi si trasmette a tutti gli altri”.
Per questo motivo “bisogna agire ora, perché sono più di quattro mese che i prezzi sono aumentati”. Il senso di urgenza è dunque stato portato all’attenzione dei partner europei, che hanno risposto predisponendo il piano di lavoro. Rapporto pronto entro settembre, discussione a fine ottobre. Con l’impegno a ritrovarsi prima, se le cose dovessero precipitare, vale a dire su Gazprom dovesse chiudere i rubinetti. Qui il capo di governo italiano rilancia una volta di più la sua idea di agire contro il fornitore russo. “In Europa non c’è alternativa all’acquirente europeo, potremmo farlo” un tetto ai prezzi.