Bruxelles – Dimezzare l’uso e il rischio dei pesticidi chimici entro il 2030 in UE come obbligo vincolante e vietare l’uso di pesticidi in tutte le aree “sensibili” urbane, dai parchi alle scuole. La Commissione europea ha proposto oggi (22 giugno) due iniziative per ridurre del 50 per cento l’impiego dei pesticidi chimici entro il decennio e misure per ripristinare habitat contro la perdita di biodiversità. Le due iniziative sono parte centrale rispettivamente delle strategie ‘Farm to Fork’ e Biodiversità, le due ‘costole’ agricole del Green Deal europeo pubblicate dalla Commissione a maggio 2020.
Il cosiddetto “pacchetto natura” doveva essere presentato alla fine di marzo, poi slittato alla fine di giugno a causa dello scoppio della guerra di Russia in Ucraina che ha costretto Bruxelles a dedicarsi con priorità a un piano contro l’insicurezza alimentare del continente. Bruxelles propone attraverso un regolamento un obbligo vincolante di ridurre a livello europeo del 50 per cento l’uso e del rischio dei pesticidi chimici entro il 2030, stimando ogni anno in tutto il mondo circa 385 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi non intenzionali, inclusi circa 11mila decessi. Tra il 2013 e il 2019, i pesticidi sono stati rilevati al di sopra della loro soglia di effetto tra il 13 e il 30 per cento di tutti i siti di monitoraggio delle acque superficiali dei fiumi e dei laghi europei. Per la prima volta, inoltre, la Commissione propone il divieto di usare tutti i pesticidi nelle aree considerate sensibili, ovvero luoghi come le aree verdi urbane, i parchi o i giardini pubblici, i campi da gioco, le scuole, aree ricreative o sportive, sentieri pubblici e aree protette. Gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione relazioni annuali dettagliate sui progressi e sull’attuazione degli obiettivi.
La proposta di regolamento, se approvata da governi e Parlamento (i due co-legislatori dell’UE), andrà a sostituire l’attuale direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi risalente al 2009, considerata dalla Commissione “ormai debole e non attuata in maniera uniforme dagli Stati membri”, si legge nella comunicazione. Gli Stati membri dovranno fissare obiettivi nazionali di riduzione dell’uso di pesticidi per contribuire a raggiungere l’obiettivo a livello europeo. Il regolamento, si legge nella comunicazione, introduce nuove regole per il controllo dei parassiti, per garantire che tutti gli agricoltori pratichino una gestione integrata dei parassiti, ovvero tengano conto di metodi alternativi di prevenzione e controllo dei parassiti prima di ricorrere ai pesticidi chimici per le proprie attività professionali.
Per compensare questa transizione che avrà un impatto sugli agricoltori, l’Esecutivo propone nuove regole della politica agricola comune (PAC) per garantire che gli agricoltori siano compensati per eventuali costi relativi all’attuazione delle nuove regole per un periodo transitorio di 5 anni. “Nessuno sarà lasciato indietro”, ha assicurato la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, presentando l’iniziativa in conferenza stampa.
La seconda iniziativa è la prima legislazione a livello europeo a stabilire l’obiettivo di ripristinare la natura sul continente europeo, per riparare l’80 per cento degli habitat in cattive condizioni, dalle foreste ai terreni agricoli, dagli ecosistemi marini a quelli di acqua dolce e urbani. La proposta di legge UE prevede obiettivi giuridicamente vincolanti che si applicheranno a tutti gli Stati membri, prevedendo almeno il 20 per cento delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 con misure di ripristino della natura e, infine, estenderle a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Perdita di popolazioni di impollinatori e degli spazi verdi urbani dovranno essere portati a zero entro il 2030, si legge tra gli obiettivi. Da quel momento in poi si dovrà assistere a un aumento, che per gli spazi verdi urbani è fissato al 5 per cento entro il 2050, con un livello minimo del 10 per cento di copertura arborea in ogni città e paese europeo e un “guadagno netto” di spazi verdi integrati agli edifici e alle infrastrutture. Quanto agli ecosistemi agricoli, sarà necessario un “aumento complessivo” della biodiversità, puntando a una “tendenza positiva” sia per la fauna, sia per il carbonio organico nei suoli minerali coltivati, oltre al ripristino e alla riumidificazione delle torbiere drenate sotto uso agricolo. Nella comunicazione, Bruxelles stima che ogni euro speso per il ripristino della natura offre un ritorno sull’investimento compreso tra 8 e 38 euro, a seconda dell’ecosistema, in benefici dai numerosi servizi forniti da ecosistemi sani. Il costo del degrado del suolo dell’UE, ad esempio, ora supera i 50 miliardi di euro all’anno.