Bruxelles – Un passo nella giusta direzione per emissioni zero al 2050. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, saluta così l’approvazione in plenaria a Bruxelles della posizione negoziale del Parlamento europeo su tre dei principali dossier del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’. “La riforma del mercato europeo del carbonio, della tassa sul carbonio alle frontiere e del Fondo sociale per il clima metteranno l’Europa sulla buona strada verso un futuro netto zero per tutti”, ha scritto, ricordando che il voto “apre la strada ai negoziati” con gli Stati che dovranno adottare la prossima settimana al Consiglio ambiente (martedì 28 giugno).
Thanks to everybody in the @Europarl_EN for their hard work on our #Fitfor55 package.
Europe paves the way for a climate-neutral future.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 22, 2022
L’Europarlamento riunito in mini-plenaria a Bruxelles ha adottato mercoledì la sua posizione negoziale sui tre principali fascicoli del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, su cui appena due settimane fa la maggioranza si era spaccata. Gli eurodeputati si erano trovati divisi sulla revisione dell’attuale sistema di scambio di quote di emissioni, il sistema Ets in vigore dal 2005, provocando a catena il rinvio del voto sugli altri due dossier collegati alla riforma. Oggi la maggioranza degli eurodeputati (con 439 voti a favore, 157 contrari e 32 astenuti) ha sostenuto il compromesso per eliminare gradualmente i permessi gratuiti per la CO2 concessi alle industrie in un percorso progressivo dal 2027 al 2032.
Secondo il compromesso raggiunto alla vigilia del voto dai principali gruppi al Parlamento Ue – PPE, S&D e Renew Europe, che rappresentano circa il 60 per cento dei seggi – l’iter per eliminare le quote gratuite concesse alle industrie sarà inizialmente lento: dal 2027 sarà distribuito il 93 per cento delle assegnazioni gratuite, l’84 per cento nel 2028, il 69 per cento nel 2029, il 50 per cento nel 2030, il 25 per cento nel 2031 e nel 2032 saranno completamente eliminate. L’Eurocamera ha sostenuto anche la proposta della Commissione Ue per dar vita a un secondo mercato del carbonio per gli edifici e il trasporto su strada, escludendo gli edifici privati almeno fino al 2029.
Tutti i settori che fanno parte del mercato del carbonio – settore energetico, industriale e i voli commerciali dentro la UE – saranno inclusi progressivamente nel meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiere, il secondo fascicolo su cui l’Eurocamera ha adottato la sua posizione con 450 voti a favore, 115 contrari e 65 astenuti. Il CBAM, acronimo di Carbon Border Adjustment Mechanism, è lo strumento complementare all’Ets perché è pensato per obbligare gli importatori ad acquistare certificati di CO₂, come fanno le industrie che producono in Europa. Il mandato negoziale approvato dal Parlamento sostiene l’introduzione del CBAM a partire dal primo gennaio 2023 con un periodo transitorio fino alla fine del 2026, con la possibilità per gli esportatori di ricevere quote gratuite fino al 2032. Oltre ai prodotti proposti dalla Commissione (ferro e acciaio, raffinerie, cemento, prodotti chimici di base organici e fertilizzanti), il Parlamento vuole che il CBAM copra anche i prodotti chimici organici, la plastica, l’idrogeno e l’ammoniaca.
Luce verde con 479 voti favorevoli, 103 contrari e 48 astenuti al mandato sul Fondo sociale per il clima, il fondo di compensazione sociale proposto dall’Esecutivo Ue per ammortizzare i costi della transizione. Nella loro posizione, i deputati chiedono alla Commissione europea di introdurre un approccio unitario alla definizione di povertà energetica e la povertà da mobilità, perché il Fondo vada a beneficio delle famiglie, delle microimprese e degli utenti dei trasporti più vulnerabili e particolarmente colpiti dall’impatto della transizione. I tre dossier sono parte del pacchetto ‘Fit for 55’, presentato dalla Commissione Europea il 14 luglio dello scorso anno come il più grande pacchetto sul clima finora varato in Unione Europea, pensato con l’obiettivo di portare il Continente a tagliare le emissioni di gas serra del 55 per cento (rispetto ai livelli registrati nel 1990) entro il 2030, come tappa intermedia per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050 (la neutralità climatica).