Bruxelles – Anche dopo le dimissioni da primo ministro, Andrej Babiš continua a influenzare il rapporto tra l’Unione Europea e la Repubblica Ceca. Come riportano i media cechi, la Commissione UE ha deciso di infliggere una multa di 82 milioni di corone cece (3,3 milioni di euro) a Praga, a causa di anni di gestione pilotata dei sussidi UE per l’agricoltura da parte dell’ex-premier attraverso le società della holding agrochimica Agrofert, di cui era prima amministratore unico e in seguito proprietario di almeno due fondi fiduciari del gruppo.
Mentre il Parlamento ceco ha privato Babiš dell’immunità parlamentare e il processo per frode di sussidi pubblici a suo carico inizierà il prossimo 12 settembre, la cattiva gestione dei fondi europei per l’agricoltura dell’ex-premier si ritorcerà comunque contro l’intero Paese. Nell’aprile dello scorso anno i risultati di un’ispezione realizzata dai revisori dei conti dell’esecutivo comunitario avevano accertato il conflitto di interesse nel corso dei negoziati del bilancio europeo e avevano stimato in 11 milioni di euro il rimborso che Praga sarebbe chiamata a pagare per la distribuzione illecita dei finanziamenti da Bruxelles al gruppo Agrofert.
Allora la Commissione aveva deciso di non infliggere alla Repubblica Ceca una multa, ma di impegnare solo la holding per il conflitto di interessi su un progetto specifico dal valore di 1,1 milioni di corone (circa 45 mila euro). La nuova decisione dell’esecutivo comunitario – i cui portavoce al momento non rispondono alle domande sulle motivazioni che l’hanno determinata – colpisce l’intero Stato membro. Il nuovo governo di Petr Fiala avrà ora due mesi di tempo per impugnarla davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
A causa dei conflitti d’interesse e della distribuzione illecita dei fondi europei per l’agricoltura, il Parlamento Europeo aveva chiesto un anno fa al gabinetto guidato da Ursula von der Leyen di valutare l’attivazione del meccanismo sullo Stato di diritto (per proteggere il bilancio UE in caso di violazioni di un Paese membro) contro la Repubblica Ceca. Secondo gli eurodeputati il governo allora guidato da Babiš non stava intraprendendo azioni per affrontare il conflitto di interessi dello stesso premier, determinando un impatto negativo sul funzionamento delle autorità statali e sul rispetto della legislazione comunitaria.