Bruxelles – E’ il gas il filo rosso che lega tutte le tappe del tour di Ursula von der Leyen nella regione del Medio Oriente, che vede la presidente della Commissione europea impegnata da ieri (13 giugno) a domani prima in Israele e Palestina, poi in Egitto e Giordania. Alla ricerca di alternative al gas importato dalla Russia, da cui deve ridurre gradualmente le importazioni al più tardi entro il 2027.
Mosca “usa la nostra dipendenza dai combustibili fossili per ricattarci. Dall’inizio della guerra ha deliberatamente tagliato le forniture di gas a Polonia, Bulgaria, Finlandia, a compagnie olandesi e tedesche come ritorsione per il nostro sostegno all’Ucraina”, ha dichiarato questa mattina von der Leyen nel corso del discorso all’Università Ben Gurion a Negev, in Israele, dove ha ricevuto il dottorato honoris causa. Ha sottolineato che “il comportamento del Cremlino rafforza solo la nostra volontà di porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili russi”. Ed è questo il motivo del suo tour mediorientale, trovare forniture alternative alla Russia.
L’Unione europea sta esplorando “modi per rafforzare la nostra cooperazione energetica con Israele, abbiamo due grandi progetti in preparazione”, ha confermato la presidente, spiegandoli poi più nel dettaglio. Il primo progetto in lavorazione è “il più grande e lungo cavo (elettrico) sottomarino per connettere Israele, Cipro e Grecia che nel tempo sarà elettrificato con energie rinnovabili, cioè dove gli investimenti devono andare dal momento” che nella regione ci sono “abbondanti risorse per produrre energia pulita”. Il secondo progetto a cui Bruxelles lavora è “un gasdotto per il gas e l’idrogeno pulito nel Mediterraneo orientale”, che sarà “un investimento nella sicurezza energetica sia di Israele che dell’Unione europea”, e secondo l’Esecutivo europeo “ci aiuterà anche a decarbonizzare il nostro mix energetico”.
Il Memorandum del gas con Israele ed Egitto
Ma dal viaggio della leader dell’Esecutivo punta a concretizzare anche altro. Bruxelles ha intenzione di concludere “prima dell’estate” (come si legge nel piano REPower EU’, presentato lo scorso 18 maggio per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi) un accordo trilaterale con Egitto e Israele per maggiori forniture di Gnl, gas naturale liquefatto, all’Europa, per svincolare l’UE dalla dipendenza dai combustibili fossili importati dalla Russia. E così è stato confermato da von der Leyen.
La leader dell’Esecutivo firmerà domani “un Memorandum d’Intesa trilaterale con Israele ed Egitto per maggiori forniture di gas all’Europa”, ha annunciato von der Leyen in un punto stampa a Gerusalemme insieme al primo ministro israeliano Naftali Bennett. Un accordo che “contribuirà a intensificare le consegne di energia in Europa”, ha aggiunto, spiegando che il gas arriverà in Egitto da Israele, tramite un gasdotto – “si spera un giorno un gasdotto pronto per l’idrogeno”, ha sottolineato –, dove sarà liquefatto in GNL e poi portato nell’Unione Europea per essere rigassificato. “Penso che questo sia un progetto molto importante, ma sappiamo che, nel tempo, dovremmo esplorare insieme l’uso delle infrastrutture per le energie rinnovabili. Questa è l’energia del futuro”, ha detto ancora.
La presidente ha ricordato che l’Unione Europea “era il più grande, il più importante cliente del fornitore russo per petrolio, gas e carbone” ma l’invasione dell’Ucraina “e il tentativo della Russia di ricattarci attraverso l’energia” ha spinto l’UE “a tagliare e liberarci dalla dipendenza dai combustibili fossili russi, e ad allontanarci da Mosca diversificando verso fornitori affidabili”.
Questo il motivo per cui von der Leyen farà tappa domani anche in Egitto, dove incontrerà il presidente Abdel Fattah Al-Sisi, accompagnata dalla commissione per l’Energia, Kadri Simson, che prenderà parte alla riunione ministeriale dell’East Mediterranean Gas Forum. Proprio Simson in audizione all’Europarlamento ha confermato che la Commissione “sta lavorando il più velocemente possibile per sostituire il gas russo” dal mix energetico europeo, di cui è dipendente per il 40 per cento delle proprie importazioni. A luglio la commissaria sarà poi in Azerbaijan, sempre con l’idea di rafforzare le partnership con fornitori di gas alternativi alla Russia, come anche gli USA, la Norvegia, Qatar, Canada e Algeria. Bruxelles ha già siglato un accordo con gli Stati Uniti per la consegna di almeno 15 miliardi di metri cubi di Gnl nel 2022 e circa 50 miliardi di metri cubi all’anno almeno fino al 2030, mentre Giappone e Corea hanno già reindirizzato una serie di carichi di Gnl verso l’Europa.