Bruxelles – Il mercato energetico dell’UE “non funziona più”, è necessaria una revisione di ampia portata per “adattarlo alla condizione di oggi, in cui prevalgono le energie rinnovabili”. Lo dice senza tentennare la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in un confronto con l’Europarlamento riunito a Strasburgo mercoledì 8 giugno sulle conclusioni del vertice Ue di fine maggio.
Sembra voler rispondere alle pressioni di tanti Stati membri, tra cui la Francia, l’Italia e la Spagna, che dall’autunno scorso chiedono alla Commissione UE un intervento massiccio sul mercato elettrico all’ingrosso, per affrontare in maniera strutturale il rincaro dei prezzi dell’energia. Proprio in autunno, l’Esecutivo comunitario ha commissionato all’ACER, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia, una valutazione del mercato all’ingrosso dell’elettricità dell’UE. La relazione dei regolatori dell’energia ha concluso a fine aprile che l’attuale struttura del mercato non ha bisogno di essere rivista in profondità, e non è “responsabile per l’attuale crisi”. Tuttavia, a lungo termine Bruxelles dovrebbe prendere in considerazione miglioramenti per garantire l’espansione su larga scala di energie rinnovabili necessarie alla decarbonizzazione entro il 2050, tra cui un aumento degli scambi di elettricità tra i paesi dell’UE, un maggiore coordinamento tra i paesi per sostenere gli investimenti nelle reti e nelle infrastrutture elettriche.
Von der Leyen conferma che una revisione ci sarà, anche se non indica tempi precisi. Non sarà una cosa “di poco conto, ma sarà una riforma di vasta portata, servirà tempo e deve essere ben pensata, ma dobbiamo fare un passo avanti per adattare il nostro mercato elettrico alle condizioni di oggi”, ha sottolineato. Si rende necessaria per affrontare l’aumento dei “prezzi dell’energia che sono alle stelle”, anche a causa delle tensioni geopolitiche della guerra di Russia in Ucraina, dal momento che Mosca è il principale fornitore di energia al Continente. L’UE – ricorda la presidente – ha messo a disposizione dei governi uno strumentario con tutte le misure a cui possono far ricorso per affrontare il rincaro, dai sussidi diretti alle fasce più vulnerabili alla tassazione dei profitti. Ma – ha aggiunto – “sappiamo che queste misure possono dare sollievo solo a breve termine, non porteranno a un cambiamento nella struttura del mercato elettrico. Ha spiegato che l’Unione europea ha un mercato elettrico “disegnato sulle esigenze di 20 anni fa, con le rinnovabili che avevano un costo molto elevato. Oggi il mercato è completamente diverso, sono le rinnovabili ad essere più convenienti e con il prezzo più basso. Il gas è il più costoso, ma definisce l’intero prezzo (dell’energia)” sul mercato.
Tra le misure al vaglio della Commissione UE per la riforma del mercato c’è senza dubbio l’introduzione di un tetto al prezzo dell’energia, come richiesto anche dall’Italia, e anche un disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell’elettricità, per evitare il cosiddetto ‘effetto contagio’. Proprio al Vertice del 30-31 maggio “abbiamo discusso dei prezzi energetici e la possibilità di abbassare i prezzi del gas introducendo un massimale (il cosiddetto tetto al prezzo del gas) insieme ai nostri partner internazionali”, ha ricordato in plenaria anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Ma proprio al Summit di maggio ci si è scontrati con una realtà di opinioni molto “differenti” tra governi “sulla fattibilità di questa misura e per questo abbiamo dato mandato alla Commissione europea di studiare ogni possibilità”.