Bruxelles – Un voto, il primo, ed ecco che la macchina sostenibile dell’UE si inceppa come peggio non poteva. Il Parlamento europeo respinge al mittente la proposta di riforma del meccanismo ETS per le emissioni di CO2, e a cascata tornano al nastro di partenza altri due dossier, anche le proposte per un meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e per un fondo sociale per il clima per rispondere ai contraccolpi economici della transizione verde. L’Aula riunita in seduta plenaria dice ‘no’ (340 contrari, 265 favorevoli, 34 astenuti) alla proposta di modifica del sistema che impone di pagare per i gas a effetto serra prodotto e liberati in atmosfera. Si intendeva includere anche il trasporto marittimo e l’incenerimento dei rifiuti, ed eliminare le quote gratuite progressivamente dal 2026 per farle sparire nel 2030. Misure che non superano il vaglio di Strasburgo, e che dovranno tornare essere riscritte e ridiscusse daccapo dalla commissione Ambiente. Assieme al resto.
Alla luce dello stop sull’ETS si è chiesto e ottenuto il rinvio del voto finale anche sui dossier relativi al CBAM e Fondo sociale per il clima. Tre dossier dunque che per il momento non possono proseguire il percorso di approvazione legislativa, vanificando gli sforzi per farli avanzare e avviare negoziato inter-istituzionali con il Consiglio.
Lo stop è innescato da un emendamento di popolari (PPE) e liberali (RE), che chiedono di estendere il sistema dei certificati gratuiti per l’industria al 2034, invece che porre fine a emissioni di CO2 nel 2030. La proposta passa, anche grazie ai voti dei conservatori (ECR), sovranisti di ID, e pure una parte dei socialisti (S&D) stravolgendo tutto il senso di un pacchetto che Verdi e socialisti hanno cercato di difendere fino alla fine.
Per come la spiega l’europarlamentare capodelegazione del PD Brando Benifei, si è ritenuto a quel punto bocciare il tutto. “La destra sperava di affossare la riforma, come annunciato in questi giorni, ma ha fatto male i conti: il Parlamento ha deciso di riportare i dossier all’esame della commissione Ambiente per trovare un nuovo equilibrio nel testo e andare avanti”. Resta comunque l’amaro in bocca. “Speravamo di poter approvare oggi la riforma del sistema ETS, il nuovo meccanismo CBAM, così come il Fondo Sociale per il Clima, misure essenziali per convertire in pratica gli obiettivi di decarbonizzazione al 55 per cento entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050″, Purtroppo, lamenta ancora l’esponente S&D, ” la convergenza delle forze conservatrici, dei popolari e dell’estrema destra è riuscita a far saltare l’equilibrio trovato in Commissione ambiente, proponendo un rinvio della riduzione delle quote gratuite delle emissioni inquinanti”.
Tutto da rifare, dunque. Nel frattempo l’Europa che faceva della sostenibilità e delle transizione verde i suoi ‘credo’, offre un pessimo esempio, e ricorda che può sempre esserci una differenza tra ambizioni dichiarate e intenzioni espresse.