Roma – Individuare misure concrete per affrontare l’impatto sulla sicurezza alimentare nel bacino del Mediterraneo, provocata dall’invasione russa in Ucraina. E’ questo l’obiettivo del primo Dialogo ministeriale Mediterraneo, in programma mercoledì 8 giugno alla Farnesina, presieduto dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, assieme alla Germania, che detiene la Presidenza di turno del G7, alla Turchia, in qualità di membro del G20 e attore strategico nel quadrante, e dal Libano, uno dei Paesi più colpiti da questa nuova emergenza.
Al tavolo dei relatori della conferenza, realizzata con l’attivo coinvolgimento delle Agenzie romane dell’Onu, e in particolare in concerto e con il supporto tecnico della FAO, ci saranno il direttore generale della Food and agriculture organization, Qu Dongyu, mentre collegati da remoto prenderanno parte i ministri competenti dei 24 Paesi dell’area, oltre ai rappresentanti di 7 organizzazioni internazionali interessate. Nelle fasi iniziali del dibattito ci sarà anche il videomessaggio di saluto del ministro italiano per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli.
“La guerra in Ucraina, a causa della Russia, non sta provocando solo effetti nell’area dove si combatte, ma anche a migliaia di chilometri di distanza e, ovviamente, interesseranno l’Europa, in primis un Paese come l’Italia”, spiega alla vigilia Di Maio. Che ribadisce: “Lavoriamo con un’iniziativa che ovviamente coinvolge tutti i Paesi del Mediterraneo, i nostri partner, le agenzie delle Nazioni Unite e terremo questo importante evento di dialogo tra tutti i Paesi del Mediterraneo per trovare una soluzione che, per esempio, eviti una crisi alimentare che possa provocare maggiori flussi migratori verso l’Italia”.
Il punto centrale resta sempre quello delle tonnellate di prezioso grano che rischiano di finire al macero perché ferme da settimane nei porti ucraini, controllati a vista dalle navi della Marina di Mosca e a forte rischio per la presenza di mine utilizzate per la difesa dei confini. A poco sono valsi finora i tentativi diplomatici di aprire un canale che permettesse di far sminare l’area, lasciar partire le imbarcazioni e garantire una ‘tregua’ delle armi. La situazione si è complicata a tal punto da mettere in seria difficoltà anche Paesi di continenti che si trovano a forte distanza dalle zone del conflitto, come l’Africa, il cui approvvigionamento alimentare dipende in grande parte dal grano ucraino (e anche da quello russo). La mancanza di cibo può portare a nuove tensioni, conflitti civili e ondate di flussi migratori. Serve una soluzione, possibilmente in tempi brevi.
L’iniziativa, fortemente voluta dall’Italia, nasce proprio da questa motivazione. E si inserisce tra le azioni di sensibilizzazione del G7 su uno dei problemi più gravi di questa fase storica. L’obiettivo è quello di porre le basi per la discussione che il prossimo Vertice G7 di giugno avrà sul tema della sicurezza alimentare, dando un ruolo centrale ai Paesi dell’area maggiormente colpiti. La conferenza, inoltre, si colloca nel solco della Dichiarazione di Matera promossa dalla Presidenza italiana del G20 del giugno 2021, che è diventato un documento fondamentale a livello globale, proprio nel quadro della sicurezza alimentare.