Bruxelles – Caricare uno smartphone, un computer portatile, una fotocamera con un unico caricatore. Dall’autunno del 2024 i consumatori dell’UE potranno dire addio alle molteplici porte di ricarica e alla giungla di cavi, per utilizzare un solo caricabatterie universale. È quanto stabilito dall’intesa di oggi (martedì 7 giugno) tra i co-legislatori del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE in merito alla revisione della direttiva sulle apparecchiature radio, che include non solo smartphone, tablet e cuffie – come originariamente proposto dalla Commissione – ma integra anche i laptop, con una proroga di 16 mesi rispetto agli altri dispositivi elettronici.
“I consumatori europei erano frustrati da tutti i caricatori che si accumulavano in casa, e dovevamo anche ridurre l’enorme quantità di rifiuti elettronici causata dallo spreco di cavi e caricabatterie”, ha spiegato il relatore per il Parlamento UE, Alex Agius Saliba (S&D) nel corso della conferenza stampa. Dopo l’intesa generale, eurodeputati e ministri dei 27 Paesi membri dovranno confermare l’accordo – atteso entro questo autunno – e la revisione della direttiva entrerà in vigore entro 24 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale (40 per i computer portatili). Il requisito di base sarà la porta di ricarica USB-C, che diventerà l’unica possibile per tutti i dispositivi di piccole dimensioni che compaiono nella lista dei 15 prodotti su cui si è concentrato il trilogo (negoziato inter-istituzionale). Ne fanno parte anche consolle per videogiochi, e-reader, cuffie, auricolari e altoparlanti portatili, anche se i prodotti che fanno più fa notizia sono i laptop, originariamente non previsti dalla proposta dell’esecutivo comunitario: “Sono stati inseriti su richiesta del Parlamento UE, è un grande successo”, ha sottolineato con forza l’eurodeputato maltese.
Per quanto riguarda i dispositivi che supportano la ricarica rapida, sarà armonizzata la velocità sul lato della porta USB-C PD (che sfrutta la stessa porta dell’USB-C), assicurando agli utenti una ricarica rapida alla stessa velocità con qualsiasi caricatore. Altra introduzione di rilievo è la possibilità per i consumatori dell’UE di scegliere se acquistare un nuovo dispositivo elettronico con o senza il caricabatterie, indipendentemente dal produttore. Questo obbligo è legato sia alla volontà di far risparmiare “fino a 250 milioni di euro all’anno sull’acquisto di caricabatterie non necessari”, sia all’obiettivo di abbattere lo spreco di cavi e apparecchiature tecnologiche, che ogni anno è stimato sulle 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici. “I consumatori saranno i primi a trarne beneficio, ma anche l’ambiente è al centro di questo progetto”, ha commentato il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton.
A sollevare qualche polemica – in particolare tra i produttori – è la questione dell’innovazione tecnologica. In realtà, dai legislatori UE emerge la ricerca di uno stimolo all’interoperabilità delle soluzioni di ricarica wireless (per cui la Commissione è stata incaricata di sviluppare atti delegati), anche considerato il fatto che “la tecnologia avanza velocemente e dobbiamo rimanere al passo”, ha ricordato il commissario Breton. Una risposta alle accuse di voler impedire lo sviluppo della tecnologia imponendo l’USB-C a tutti i produttori: “Sappiamo che dobbiamo continuare a lavorare, abbiamo ingegneri che si occupano di questo”. Tra i più contrari c’è Apple, che dovrà modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning per iPhone, iPad e iPod. Rispondendo alle domande della stampa, il commissario per il Mercato interno ha ribadito che “le regole nel Mercato Unico si applicano a tutti, chi vuole entrare si deve adeguare ai nostri standard” e che “lasceremo tempo sufficiente ai produttori per allinearsi, mentre i consumatori già vogliono acquistare prodotti con queste caratteristiche”. A buon intenditor, poche parole.