Bruxelles – Due linee di azione per affrontare la crisi alimentare globale innescata dall’aggressione militare della Russia in Ucraina: superare il blocco russo delle 20 milioni di tonnellate di grano nei porti ucraini e aumentare la cooperazione con i partner africani e internazionali sulla sicurezza alimentare. È questo quello che emerge dalle conclusioni del Consiglio Europeo, che ha visto la partecipazione in videoconferenza del presidente del Senegal e di turno dell’Unione Africana, Macky Sall.
Affrontando la causa scatenante della crisi alimentare globale, i leader UE hanno ribadito la “ferma” condanna alla “distruzione e appropriazione illegale della produzione agricola ucraina” messa in atto dal Cremlino. Come ricordato dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, nel corso della conferenza stampa post-vertice, l’esercito russo “non solo blocca le esportazioni di grano e cereali dai porti ucraini, ma bombarda i depositi deliberatamente e mina i campi coltivabili o dove ci sarà raccolto”. Oltre alla necessità della rimozione del blocco marittimo, in particolare nel porto di Odessa, il Consiglio UE ha riconosciuto che la soluzione nell’immediato deve essere un’accelerazione dei corridoi di solidarietà proposti dalla Commissione Europea, che permettano ai generi alimentari di raggiungere via terra e via ferrovia i Paesi membri e, di lì, i Paesi più vulnerabili nel mondo.
Altre due soluzioni da sondare, ma con “poche possibilità di riuscita” – come spiegato dal presidente del Consiglio UE, Charles Michel – sono quelle di “un corridoio marittimo nel Mar Nero gestito dalle Nazioni Unite” e “un accesso ai porti del Mar Baltico attraverso la Bielorussia“. La prima opzione è “minata dall’atteggiamento della Russia”, la seconda dalla “posizione della Bielorussia, che aiuta Mosca in questa guerra”. È qui che si inserisce il discorso della cooperazione internazionale, fermo restando che, per usare le parole di von der Leyen, “la crisi alimentare globale è imputabile solo alla guerra della Russia in Ucraina, dire che è colpa delle nostre sanzioni è un’opera di disinformazione del Cremlino”. Secondo quanto si legge nel testo firmato dai Ventisette, sono state accolte favorevolmente le iniziative dell’ONU, del G7 e multilaterali per “mitigare le conseguenze sui livelli dei prezzi, sulla produzione e sull’accesso e la fornitura di cereali”. Inoltre, è stato ribadito l’impegno a “mantenere il commercio globale di prodotti alimentari di base libero da barriere commerciali ingiustificate“, rafforzando la solidarietà verso i Paesi più vulnerabili e aumentando la produzione locale.
A proposito di cooperazione internazionale, l’UE è impegnata nel confronto con i leader africani. La presidente von der Leyen ha annunciato che viaggerà presto al Cairo per incontrare il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, con l’obiettivo di “affrontare le questioni di sicurezza alimentare anche in senso regionale, non solo europeo o dell’Ucraina”. Alle discussioni di oggi (martedì 31 maggio) con i Ventisette ha invece partecipato il presidente di turno dell’Unione Africana, Macky Sall, che ha ribadito l’unità d’intenti tra i partner per affrontare una crisi che sta colpendo duramente i Paesi dell’Africa: “Nel 2020, la FAO stimava 282 milioni di persone erano già sottonutrite, il peggio potrebbe ancora venire se la tendenza attuale dovesse continuare“. Ecco perché “bisogna fare tutto il possibile per liberare le scorte di grano disponibili e garantire il trasporto e l’accesso al mercato, per evitare lo scenario catastrofico della scarsità e dell’aumento generalizzato dei prezzi”, ha esortato i leader UE il presidente Sall.
Inequivocabile l’approccio dell’Unione Europea, secondo le parole dei leader delle istituzioni comunitarie. Il presidente Michel ha confermato che “il partenariato tra Unione Africana e Unione Europea è nell’interesse di tutti, per migliorare le capacità produttive dei Paesi africani e per sventare una crisi alimentare globale che potrebbe scatenare conseguenze gravi anche per quelli europei”. La numero uno della Commissione ha invece ricordato che “non abbiamo mai imposto sanzioni sui prodotti agricoli, alimentari, sui fertilizzanti e concimi e non lo faremo mai, questa è stata una decisione umanitaria chiara, tutti devono poterne averne accesso”. A proposito di sanzioni, merita però citare un passaggio del presidente Sall: “I nostri Paesi sono molto preoccupati per gli effetti collaterali dell’interruzione causata dal blocco del sistema di pagamento SWIFT a causa delle sanzioni“, considerato il fatto che “quando viene interrotto, significa che anche se i prodotti esistono, il pagamento diventa complicato o addirittura impossibile”. Anche su questo tema, sempre nello sforzo di evitare una crisi alimentare globale, i due partner continentali dovranno cercare una soluzione praticabile.