Bruxelles – Aiutare l’Ucraina a tornare stabile e prospera, libera dalla morsa di Mosca, e con un posto nell’Unione europea. Roberta Metsola ha le idee chiare. Su cessazione delle ostilità e avvenire di Kiev sferza gli Stati membri, invitandoli a prendere le decisioni che servono. La presidente del Parlamento europeo non ha dubbio che la fine del conflitto non debba avvenire “a scapito” dell’aggredito, e che la richiesta di adesione dell’Ucraina debba trovare risposte. “Il 97 per cento degli ucraini ha espresso il desiderio di entrare a far parte dell’Unione europea e dobbiamo ascoltare tutto questo”. Vuol dire procedere all’allargamento. “Sappiamo che ci sono diversi percorsi di adesione”, ricorda a proposito di regole e Paesi già alle prese col processo di integrazione. “Ma sarebbe un fallimento per l’Unione non farli entrare, perché qui non c’è solo l’economia, qui si tratta di democrazia”. Anche se in gioco c’è innanzitutto la pace, che deve avvenire nel miglior modo possibile
“Non vogliamo la pace ad ogni costo”, scandisce la maltese. Vuol dire niente perdite territoriali rispetto, e neanche condizioni sfavorevoli di qualsivoglia natura. “Non deve avvenire a scapito dell’Ucraina”. Insiste su questo tasto, così come insiste sul fatto che “dobbiamo essere certi che l’Ucraina sia seduta al tavolo e che non ci sia qualcun altro a decidere” al suo posto. “Dobbiamo evitare che la pace avvenga a scapito” del partner con cui l’Unione ha intenzione di fare sul serio.
Detta le condizioni, Metsola. E’ consapevole che il blocco dei Ventisette si gioca la credibilità. Di adesione dell’Ucraina si parlerà più in dettaglio nel vertice del Consiglio europeo di giugno, ma la presidente dell’Eurocamera già entra nel merito della prossima riunione. “La scelta che dobbiamo fare è se permettere l’Ucraina di guardare all’Europa o se lasciare l’Ucraina e gli altri Paesi guardare all’Europa con scetticismo circa la capacità di agire e decidere”.