Bruxelles – Aggiungere le violazioni delle sanzioni all’elenco dei crimini dell’Unione Europea e renderle un reato penale in tutti i 27 Paesi membri. La Commissione UE ha proposto oggi (mercoledì 25 maggio) il rafforzamento delle norme per il rintracciamento, il congelamento, la gestione e la confisca dei beni degli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni – e che si macchiano della violazione delle stesse misure – per “tenere alta la pressione sul regime di Putin e la sua cerchia stretta”. Non si parla solo di congelamento, ma piuttosto di confisca e riutilizzo di questi beni, per chiunque violi le misure restrittive imposte da Bruxelles.
Negli ultimi tre mesi, da quanto è entrata in funzione l’unità operativa Freeze and Seize, sono stati congelati beni per un valore di 9,89 miliardi di euro in conti, beni immobiliari, yacht, opere d’arte, elicotteri e bloccate transazioni per 196 miliardi di euro. A questo punto, è necessario capire come gestire questi beni congelati, che al momento rappresentano un problema per i Ventisette, a causa delle spese per il loro mantenimento. Lo strumento di tipo economico al momento applicato non prevede che i beni congelati possano essere messi all’asta o assegnati ad associazioni, rimanendo proprietà degli oligarchi sanzionati: non possono essere utilizzati, ma rappresentano un costo per le finanze dello Stato. In Italia, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 109, la custodia, amministrazione e gestione delle risorse economiche “oggetto di congelamento” spettano all’Agenzia del demanio, che deve pagare tutte le spese legate a un bene sottoposto a questo strumento economico. L’Agenzia può utilizzare eventuali utili prodotti dal bene, ma in caso contrario attinge a un fondo apposito del bilancio statale. Quando il bene viene ‘scongelato’ e restituito, il proprietario deve risarcire lo Stato italiano per tutte le spese sostenute.
È per questo motivo che la Commissione da tempo sta studiando come affrontare questo problema, anche per sostenere la ricostruzione dell’Ucraina. L’intenzione di facilitare la confisca dei beni congelati per gli oligarchi russi sanzionati era stata anticipata già a fine aprile dal commissario per la Giustizia, Didier Reynders, durante un evento co-organizzato da Eunews. Con la proposta arrivata oggi, il gabinetto guidato da Ursula von der Leyen chiede al Consiglio UE una decisione sull’integrazione della violazione delle misure restrittive imposte da Bruxelles all’elenco dei reati dell’UE, secondo i criteri stabiliti dall’articolo 83 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Si tratta di un reato “particolarmente grave” previsto dalla “maggior parte degli Stati membri” (14 su 27, in base a quanto riportato dal commissario Reynders), che “può perpetuare minacce alla pace e alla sicurezza internazionale, e ha un chiaro contesto transfrontaliero”, si legge nella proposta: “Tali norme comuni renderebbero più facile indagare, perseguire e punire le violazioni delle misure restrittive” nei Ventisette.
Le norme comuni andrebbero a rendere omogeneo il quadro tra le legislazioni nazionali sulla persecuzione della violazione delle misure restrittive UE (che comprendono il congelamento dei beni, il divieto di viaggiare, le restrizioni alle importazioni, alle esportazioni e ai servizi bancari). A oggi, in alcuni Stati membri la violazione delle misure restrittive è un reato amministrativo e penale, mentre in altri comporta solo sanzioni amministrative. “Questo mosaico frammentato consente alle persone soggette a misure restrittive di aggirarle“, ha avvertito in conferenza stampa la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson.
In questo senso, la Commissione ha corredato la proposta con una comunicazione e un allegato che offrono maggiori indicazioni su una futura direttiva sulle sanzioni penali (che arriverà solo quando i Ventisette approveranno l’iniziativa della Commissione di estendere l’elenco dei reati UE). I potenziali reati penali potrebbero comprendere l’elusione diretta o indirettamente delle misure restrittive, il mancato congelamento dei fondi e le attività commerciali di beni oggetto a divieto di importazione o esportazione. “Non puntiamo solo agli oligarchi, ma anche ai loro avvocati, bancari e associati“, ha specificato il commissario Reynders, sulla base delle legislazioni che “in molti Paesi permettono di perseguire i banchieri che aiutano ad aggirare le sanzioni”. Dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è arrivato un avvertimento: “Chi viola le sanzioni deve essere assicurato alla giustizia, non lasceremo che gli oligarchi prosperino grazie alla macchina da guerra russa”.
Today we take more steps to keep the pressure high on Putin and his cronies, the aggressors of Ukraine.
First, we want to add violations of EU sanctions to the list of EU crimes and make it a criminal offence.
Those who violate sanctions must be brought to justice.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) May 25, 2022
Infine, l’esecutivo comunitario ha presentato una proposta di direttiva sul recupero e la confisca dei beni, che riguarda in generale la criminalità organizzata e, in particolare, la violazione delle misure restrittive (se sarà approvata la decisione dal Consiglio). Nella lotta al crimine organizzato “le operazioni assumono una dimensione sempre più transnazionale, il 70 per cento dei gruppi criminali organizzati operano in più di un Paese”, ha sottolineato il vicepresidente della Commissione UE, Margaritis Schinas: “Follow the money, ‘segui il denaro’, è la regola d’oro”. La proposta della Commissione intende modernizzare le norme comunitarie sulla confisca dei beni, per esempio attraverso l’estensione del mandato degli Uffici per il recupero dei beni, l’ampliamento delle possibilità di confisca derivanti da una serie più ampia di reati e l’istituzione di uffici di gestione dei beni in tutti gli Stati membri dell’UE per garantire che quelli congelati non perdano valore.